cronaca

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"Lugi Grillo ha negato ogni addebito. Ha spiegato le cose, che non ha mai avuto soldi, che non si è mai occupato dell'expo". Sono le parole di Andrea Corradino, avvocato dell'ex parlamentare del Pdl, al termine dell'interrogatorio di garanzia di Grillo, durato circa un'ora e mezza. "L'ho trovato abbastanza sereno - ha aggiunto Corradino - compatibilmente con lo stato di detenzione".

Intanto arrivano le prime ammissioni dagli interrogatori in corso nel carcere di Opera
. Il primo ad essere ascoltato è stato l'imprenditore Enrico Maltauro, indicato come la "cassaforte" del sistema Expo. Da quello che filtra avrebbe ammesso le tangenti.

E oggi è stato interrogato anche il genovese Sergio Cattozzo il quale formalmente si è avvalso della facoltà di non rispondere anche se ha reso dichiarazioni spontanee facendo un quadro della sua attività professionale degli ultimi anni: "Ho fatto il mediatore per le imprese edili in cerca di lavoro soprattutto nel privato. Sono un procacciatore di affari, un lobbista all'americana".  Cattozzo ha anche spiegato che "I biglietti che ho cercato di nascondere erano quelli su cui ho annotato la contabilità delle tangenti". "Bisogna metterne 20 di stecche in forno per tirar fuori 10''.

Così in una intercettazione del 24 ottobre del 2013, riportata nella richieste d'arresto firmata dai pm di Milano, l'ex segretario regionale ligure dell'Udc Sergio Cattozzo parla con l'ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio delle richieste di presunte tangenti da portare avanti con gli imprenditori interessati agli appalti. I due, in particolare, come scrivono i pm, discutono della ''attribuzione dei lavori all'impresa'' di Enrico Maltauro per un appalto della Sogin e parlano del fatto che questa assegnazione ''sia direttamente collegata'' alla loro ''opera'' e al loro ''intervento'' presso ''gli enti pubblici''.

"Rinunciare all'Expo? Soprattutto adesso significherebbe dimostrare che l'illegalità vince''.  Per  Raffale Cantone, intervistato da Radio 24, ''la responsabilità principale della politica è stata di sottovalutare il fenomeno, girarsi dall'altra parte. Nella questione Expo si è fatta grande attenzione alle infiltrazioni della mafia e forse questa visione strabica ha fatto sì che ci sia stata una tensione minore rispetto ad altre infiltrazioni che non sono meno pericolose'', ha concluso il presidente dell’Autorità nazionale sulla corruzione che seguirà i lavori