
"Il problema primario delle Regioni italiane-spiega Rossi- è costituito proprio dalla difformità fra l'una e l'altra e l'esplosione dei costi pubblici deriva in gran parte proprio dalla crescita dei costi delle Regioni, generati spesso da una cattiva politica sanitaria".
"Nel dibattito sulla riforma del Senato - prosegue Rossi - si è evidenziato come le grandi Regioni vogliano continuare a determinare il futuro del Paese eleggendo molti più rappresentanti di quelle più piccole.Creare Regioni similari come numero di abitanti restituirebbe invece pari dignità alle varie regioni italiane, il che comporterebbe immediatamente un riequilibrio di costi e diritti fra i cittadini residenti in enti territoriali diversi ma vicini territorialmente e culturalmente".
"Un minor numero di Regioni-aggiunge Rossi- faciliterebbe inoltre anche il rapporto con lo Stato Centrale e riattivarebbe un dialogo tra Centro e Periferia oramai inesistente. Sulla base di quanto sopra esposto si ritiene che sia necessaria e non differibile una effettiva diminuzione di costi degli enti regionali al fine di acquisire una maggiore efficienza nella gestione del potere pubblico".
"Le nuove Macroregioni, così costituite-conclude Rossi-dovranno avere pari diritti, dignità, rappresentanti. Qualsiasi contributo che lo Stato potrà destinare a questi nuovi enti, al fine di sostenere in aree più depresse una ripresa e nuovi investimenti, dovrà tenere conto - ha concluso Rossi - degli effettivi dati economici, senza considerare la zona geografica nella quale sono collocate".
IL COMMENTO
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