cronaca

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"E' vero, i cittadini di Piombino sono stati presi in giro: non da Gabrielli ma da chi, in questi due anni, ha fatto solo promesse".

Il capo della Protezione Civile e Commissario per l'emergenza Concordia torna sulle polemiche scatenatesi dopo la decisione di Costa di escludere Piombino e scegliere Genova come porto di smaltimento del relitto naufragato al Giglio, ribadendo che "sarà la Conferenza dei servizi la sede dove affrontare tutte le problematiche".

Gabrielli spiega che ci sono due eventi che spiegano "la presa in giro". Il primo,  è la delibera del Consiglio dei ministri dell'8 marzo 2013, successiva all'intesa tra il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e l'allora ministro dell'Ambiente Corrado Clini, nella quale si afferma che Piombino, "previa verifica di fattibilità ed economicità" sarà il porto di smaltimento del relitto. "Quella delibera era già allora inapplicabile - dice Gabrielli - perché non assegnava al Commissario né gli strumenti né le risorse necessarie per intervenire".

L'altro provvedimento che certifica la "presa in giro" di Piombino è il Dl 43, prosegue Gabrielli, vale a dire quello sulle aree di crisi poi convertito in legge e nel quale rientravano gli interventi per Piombino, con la nomina di Rossi a Commissario. "Mai una volta - sottolinea il capo della Protezione Civile - in quel provvedimento viene citata la parola Concordia e mai viene creato il link tra Piombino e la nave. Ma non solo: il senatore Marco Filippi, lo stesso che mi accusa di aver fatto i giochi di qualcun altro, nella sua dichiarazione di voto, non dice una parola sulla Concordia".