cronaca

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Dopo l'inchino blasfemo della statua della Madonna davanti alla casa del boss Mazzagatta a Oppido Mamertina, "bisogna che il Governo adotti la Calabria" perché in quella regione il rapporto tra società e 'ndrangheta è caratterizzato da una "compenetrazione profonda".



Quindi lo Stato "deve decidersi a mettere la 'ndrangheta in ginocchio in Calabria e ovunque la 'ndrangheta abbia riprodotto la sua struttura". Come a Imperia, "sesta provincia calabrese". Rosi Bindi, presidente della Commissione antimafia oggi a Imperia, parla in modo diretto, senza giri di parole. E se su Oppido Mamertina ribadisce che "le parole del Papa faranno strada lentamente", sulla provincia imperiese è molto chiara quando la definisce "sesta provincia di Calabria". La missione della Commissione antimafia a Imperia ne è la conferma, se non bastassero i processi per 'ndrangheta incardinati dalla Distrettuale antimafia proprio a Imperia. Ex feudo di Claudio Scajola, agli arresto domiciliari per aver favorito la latitanza di Andrea Matacena nell'ambito di un'indagine della Distrettuale di Reggio Calabria, Imperia e la sua provincia conoscono molto bene la pervasività delle cosche tanto che due comuni, Ventimiglia e Bordighera, sono stati sciolti negli anni passati per sospette infiltrazioni mafiose e, secondo alcune indiscrezioni che non trovano conferme ma nemmeno smentite, sul tavolo del prefetto di Imperia ci sarebbe una relazione che consiglia lo scioglimento di un terzo, piccolo, comune dell'Imperiese. Un'indagine nata molto tempo fa e già chiusa che ha portato a individuare infiltrazioni di cosche del reggino molto potenti in questa zona come la 'ndrina dei Gallico di Palmi, degli Attinà-Spinella, dei Frisina di Seminara (Reggio Calabria), dei Santaiti. Tutti questi riferimenti sono stati al centro delle audizioni di oggi effettuati dalla Commissione che ha sentito il prefetto e il questore di Imperia Zazzaro, il capocentro della Dia Sandulli ma anche il procuratore distrettuale Di Lecce e il magistrato della Direzione nazionale Anna Canepa per la quale "la pervasività della 'ndrangheta è favorita dalla sommersione di questo fenomeno. E' difficile farla emergere" tanto più in questo territorio, prediletto dai mafiosi perché a una manciata di chilometri dalla Costa azzurra, luogo dove la 'ndrangheta ha messo profonde radici.