
Al di là del 'caso Erzelli', Comanducci sottolinea che dal voto è emerso "che entrambi vogliamo il rinnovamento dell'Ateneo. Lo dimostravano anche tanti punti comuni tra il mio programma e quello del professor Aristide Massardo". Ma mentre Massardo ha avuto come cardine del suo 'piano per l'Università' la programmazione, Comanducci punta su un Ateneo aperto alla città. "Voglio coinvolgere di più i cittadini e gli enti nella vita dell'Ateneo la mia idea è Genova città universitaria e voglio che qui vengano a studiare giovani da altre regioni e dall'estero".
Analizzando il voto, Comanducci sottolinea che l'importanza che ha avuto nella sua attività il metodo da lui scelto: il dialogo. "Il voto dei dirigenti e dei tecnico amministrativi ha fatto la differenza, vuol dire che hanno apprezzato il mio modo di agire, fondato sul dialogo. Per me è un piacere, ma non nascondo che mi avrebbe fatto piacere prendere qualche voto in più anche tra studenti e docenti". E aggiunge: " Stimo il professor Massardo, comprendo che una parte importante abbia scelto lui, ma questo non significa che l'Ateneo è diviso".
IL COMMENTO
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