economia

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“Siamo all’inizio di un altro periodo molto brutto, l’inizio dei licenziamenti di massa. E ci stiamo preparando per affrontare il prossimo autunno in modo molto pesante”. Bruno Manganaro, senza peli sulla lingua, è andato dritto al punto.  “Abbiamo il dovere di costruire un 'autunno caldo' perché altrimenti la nostra gente perde il lavoro, perde il reddito. Chi perde il lavoro è arrabbiato e questa rabbia un’organizzazione sindacale deve organizzarla e incanalarla, altrimenti non fa il suo mestiere”.

Ospite di Liguria Today su Primocanale, il segretario generale Fiom di Genova non ha lesinato critiche al governo Renzi che non sembra intenzionato a rifinanziare la cassa integrazione in deroga. “Stanno finendo tutti gli ammortizzatori sociali – ha proseguito Manganaro - anche quelli pagati dai lavoratori non solo quelli in deroga. E il governo si sta preparando a fare una serie di leggi contro il lavoro, schiacciando ancora di più l’acceleratore per cancellare gli ammortizzatori sociali”.

A margine di una manifestazione a Roma Susanna Camusso, segretario generale Cgil, ha sottolineato che "per la cassa in deroga mancano 200 milioni di euro per il 2013 e 1 miliardo per il 2104". Per il leader Cisl Raffaele Bonanni servono inoltre “le coperture dalle Regioni” per non “assistere allo scaricabarile tutti i giorni col Governo centrale. Per Manganaro la strada in autunno sarà a senso unico. “Le piazze vanno riempite molto di più. Bisogna dimostrare che non solo c’è disagio: c’è rabbia. Il disagio certe volte viene risolto con una pacca sulle spalle dal governo. Noi dobbiamo dimostrare che oltre il disagio abbiamo della rabbia con cui costringere il governo e le imprese a discutere di come si affronta la crisi. Altrimenti tanti, ma proprio tanti, torneranno a casa senza lavoro”.

Sul tema è intervenuto anche l’assessore regionale al Lavoro Enrico Vesco. “Alla fine a fine del 2013 in Liguria avevamo diecimila lavoratori coinvolti tra cassa integrazione e mobilità. Finora siamo riusciti a pagare solo fino al mese di settembre per la cassa e agosto per la mobilità. Credo che a livello nazionale si sottovaluti  l’impatto devastante che ha sulle famiglie il ritardo nel pagamento degli ammortizzatori sociali. Non c’è la percezione di quello che succede”, ha concluso Vesco. Senza l'interesse a coprire ulteriormente gli ammortizzatori in deroga e con un’economia al palo (Pil con un misero +0,2%) il rischio di un ‘autunno caldo’ si fa ogni giorno più concreto. La situazione diventa sempre più insostenibile e la piazza per molti diventa l’unica  soluzione per il confronto.