
"Faccio solo presente che abbiamo lavori e cantieri aperti per 600 milioni di euro. Una somma ragguardevole che in caso di accorpamento potrebbe essere bloccata come altri investimenti sul porto di Savona - Vado", osserva Gianluigi Miazza, presidente dell\'autorità savonese. Gli fa eco il vicesindaco Livio Di Tuillio: "Non è una battaglia di Savona contro Genova, ma la necessità di garantire l\'autonomia di uno scalo e di un territorio importanti e soprattutto che stanno subendo una crisi senza precedenti".
Per il direttore degli industriali savonesi, Alessandro Berta, i problemi sono ben altri: burocrazia e spesa complessiva su tutti, con l\'aggiunta del blocco delle attività portuali per un anno in caso di accorpamento.
I sindaci dei Comuni membri del Comitato portuale (Savona, Vado Ligure, Bergeggi e Albissola Marina) hanno scritto al presidente della Regione Claudio Burlando per sollecitarlo a chiedere una moratoria prima dell\'approvazione del decreto Sblocca Italia, e "promuovere su questa materia una concreta discussione sia con gli enti locali sia con le forze sociali savonesi".
IL COMMENTO
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