cronaca

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"Anche al sottoscritto si dovrebbe dare la possibilità di difendere la propria onorabilità, la propria reputazione e la propria storia". Lo dice oggi Vincenzo Speziali, imprenditore calabrese residente a Beirut, coinvolto dai magistrati nell'inchiesta sull'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola, e che ha sempre negato di essere coinvolto nella vicenda e lamenta di non venire interrogato.


Ieri il gip di Reggio Calabria, Olga Tarzia, ha rinviato a giudizio con rito immediato lo stesso Scajola, Chiara Rizzo, moglie dell'ex deputato Amedeo Matacena, e altre tre persone.

Tra le accuse vi è la procurata inosservanza della pena per Matacena, condannato a tre anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e ora residente a Dubai.

Secondo l'accusa Scajola, in particolare, si sarebbe rivolto a Speziali perchè lo aiutasse, grazie ai suoi contatti in Libano, compreso l'ex presidente Amin Gemayel, a fare trasferire Matacena da Dubai a Beirut. "Perchè non sono mai stato ascoltato?" chiede Speziali, che lamenta di non essere stato convocato dai magistrati dopo aver ricevuto un avviso di garanzia l'8 maggio scorso. E ciò, afferma, "nonostante la disponibilità data e confermata".