
Secondo i giudici, i due avrebbero ammazzato il compagno di viaggio Francesco Montis durante un viaggio in India nell'estate del 2010. Suppongono un movente passionale: Elisabetta era fidanzata con Francesco e Tomaso voleva stare con lei. A nulla è valso ribadire un'altra versione dei fatti. I tre stavano consumando droga in albergo a Varanasi, dove erano di passaggio, quando Francesco si è sentito male. In ospedale è deceduto. La madre stessa provò a scagionare i due ragazzi confermando che il figlio aveva problemi di salute, ma invano.
La prima ipotesi fu la pena di morte, poi l'ergastolo. Oggi, dopo la condanna in primo e secondo grado e numerosi rinvii, la Corte Suprema di Delhi pronuncerà sentenza definitiva. In caso di assoluzione, l'incubo sarà finito. Se arriverà un'altra condanna, l'Italia farà valere l'accordo sul trasferimento delle persone condannate e i due potranno scontare la pena in India.
A difendere Tomaso ed Elisabetta c'è lo stesso legale che assiste i marò Girone e Latorre. Il ministro Pinotti si è dimenticata di loro durante il suo viaggio in India, ma i genitori di Tomaso hanno potuto incontrare sia il figlio sia l'ambasciatore italiano Daniele Mancini, che segue da vicino la vicenda. "Tomaso è in gran forma, non ci resta che attendere fiduciosi di poter scrivere il finale", ha detto la madre Marina Maurizio. E sulla loro disavventura c'è già un regista, Antonio Sforzi, che sta lavorando a un film. Anche lui aspetta di scrivere l'ultimo atto.
IL COMMENTO
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