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La Procura potrebbe contestarla però nel dibattimento
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Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha dichiarato inammissibile ''per carenza di interesse'' il ricorso della Dda contro la decisione del gup che aveva escluso l'aggravante mafiosa nei confronti di Scajola e degli altri coimputati.

La Dda potrà fare ricorso in Cassazione. L'accusa sosteneva che Scajola e gli altri imputati nel procedimento, avendo aiutato Matacena a evitare l'espiazione della pena inflittagli per concorso esterno in associazione mafiosa avevano anche agevolato la 'ndrangheta di cui Matacena, secondo la Dda, era un punto di riferimento.

''Ma di cosa parliamo, ma di cosa parliamo?''.
Così, ripetendolo due volte, l'ex ministro Claudio Scajola ha risposto alle domande dei giornalisti che
all'uscita dal tribunale gli hanno chiesto se avesse interrotto i rapporti con Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena, e se in passato vi fossero stati. Quelle sui rapporti con Chiara Rizzo e sull'ipotesi di aggravante mafiosa, sono state le uniche parole dette da Scajola riguardo alla vicenda giudiziaria che lo interessa.

Secondo quanto appreso in Tribunale, la Procura potrebbe ancora contestare l'aggravante nel corso del dibattimento nei confronti di Scajola e della segretaria di Matacena, Maria Grazia Fiordalisi''Si tratta di una decisione molto importante perché per il momento mette la parola fine al discorso dell'aggravante mafiosa''. Lo ha detto l'avvocato Giorgio Perroni, difensore di Claudio Scajola. 

I difensori dell'ex ministro hanno chiesto un rinvio "affinché possa essere depositato al fascicolo del dibattimento tutto il materiale raccolto dall'accusa". Richiesta alla quale il pm non si e' opposto. Il processo è stato così rinviato al 6 novembre.