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Genova prova a ripartire e lo fa anche con il calcio. Alluvione sempre drammaticamente presente, Nazionale invece con le sue polemiche del match con l'Albania finalmente evaporata e pausa di campionato finita. Sampdoria e Genoa tornano sotto i riflettori e notiamo che stavolta non sfuggono alla ribalta. Buon segno.

Se il tecnico blucerchiato Mihajlovic dice: "Ok la parte sinistra della classifica ma se andando avanti restiamo nelle zone alte, allora vedremo di fare di piu'" o se il capitano rossoblù Luca Antonelli azzarda: "Teniamo alla Coppa Italia, sappiamo che è dura ma potrebbe essere una scorciatoia per l'Europa", allora significa che a Bogliasco e a Pegli ci credono, insomma sono consapevoli di una forza che dopo undici giornate di torneo non appare del tutto effimera.

D'accordo i piedi per terra, va bene l'umiltà, ma in fondo queste due squadre cosa hanno da perdere? Niente, mal che vada sono giàpraticamente salve. Il Genoa ha un bel gruppo e la sensazione è che la squadra non abbia esaurito la sua crescita di gioco, eccellente fin qui invece sul piano fisico.

La Sampdoria è di lotta e di governo. Corre e si batte, non lascia spazio agli avversari, ma sa pure imporre il proprio ritmo e questo vale moltissimo. Sulla carte sei o sette squadre restano superiori ma come dice Gasperini "i punti fatti te li ritrovi sempre". Certo sullo sfondo e neppure troppo c'è il mercato e il valzer di voci può condizionare. Si parla di Okaka in uscita, di Kucha in partenza, ma non facciamola troppo grossa da soliti provinciali, in qualsiasi squadra è così. Quindi costa poco crederci.