economia

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Nel 2013 i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco fino al 7 giugno, vale a dire 9 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell’area dell’euro e ben 13 in più se il confronto viene realizzato con la media dei 28 Paesi che compongono l’Unione Europea. È quanto emerge da uno studio della Cgia di Mestre.

“In altre parole – sottolinea il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – nel 2013 gli italiani hanno dedicato 158 giorni di lavoro per onorare le tasse, i tributi, i contributi e le imposte previste dal nostro fisco. Record storico già uguagliato nel 2012. Nell’area dell’euro solo i francesi, con 174 giorni, i belgi, con 172 e i finlandesi, con 161, hanno sopportato uno sforzo fiscale superiore al nostro. La media dell’area dell’euro si è stabilizzata a 149 giorni, mentre quella relativa ai 28 Paesi dell’Ue è stata di 145 giorni”.

Tra i nostri più diretti concorrenti solo la Francia presenta un dato peggiore del nostro (174 giorni), mentre in Germania il cosiddetto “tax freedom day” scatta dopo 144 giorni, in Olanda dopo 136 giorni e in Spagna dopo 123 giorni.

L’ufficio studi della CGIA ha anche riscostruito la serie storica del giorno di liberazione fiscale in Italia dal 1995 al 2013. Ebbene, se dalla metà degli anni ’90 (147 giorni) fino al 2005 (143 giorni) i giorni di lavoro necessari per onorare il fisco hanno subito una leggera riduzione, successivamente sono aumentati sino a toccare il record storico nel 2012 (158 giorni), poi bissato anche nel 2013.