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"C'è senso di preoccupazione, stanchezza, sfiducia" nel Paese: "non è solo un fatto economico, ma culturale, civile, sociale. Ma io sono sicuro ancor più di febbraio che non solo l'Italia ce la può fare ma che ce la farà senza ombra di dubbio".

Lo ha detto il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso della  conferenza stampa di fine anno.

Per la ripresa economica il "2015 sarà decisivo, ma non è un termine perentorio è un termine impegnativo" ed è per questo che "insisto sul senso dell'urgenza".

Renzi ha detto: "Abbiamo fatto tutto quello che abbiamo promesso". "In 10 mesi abbiamo fatto tanti errori, ma tutti i procedimenti sono stati avviati, con l'eccezione della scuola, perché abbiamo fatto un dibattito". Ecco perché, sottolinea, "non si può accettare una ricostruzione per cui l'Italia che non fa ciò che aveva promesso".

Sulla successione di Napolitano al Quirinale Renzi dice: "Se e quando Napolitano deciderà di lasciare avra' il diritto anzi il dovere da parte nostra di ricevere un grazie. Fino a quel momento ogni discussione è vana da quel momento siamo nelle condizioni di poter individuare un successore"

Si torna poi a parlare di Jobs Act: "In Consiglio dei ministri ho proposto io di togliere la norma" sui dipendenti pubblici "perché non aveva senso inserirla in un provvedimento che parla di altro. Il Jobs act non si occupa di disciplinare i rapporti del pubblico impiego", per il quale c'è una riforma in Parlamento. 

E su questo tema Renzi aggiunge: "La mia idea è che chi sbaglia nel Pubblico paghi. Per chi non lavora bene perché non è messo in
condizione di farlo, la responsabilità va attribuita ai dirigenti. Ma per i cosiddetti fannulloni va messa la condizione di mandarli a casa".