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Lascia il Quirinale dopo quasi nove anni
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Giorgio Napolitano firma la lettera di dimissioni e lascia il Quirinale dopo quasi nove anni di mandato. Al palazzo del Quirinale è stata ammainata la bandiera del presidente della Repubblica. Il premier Matteo Renzi ha salutato Napolitano twittando #GraziePresidente. E si apre ufficialmente la corsa al suo successore, mentre il presidente del Senato Piero Grasso svolgerà per il tempo necessario le funzioni di capo dello Stato. 

"Certo che sono contento di tornare a casa!". C'è un che di liberatorio in questa ammissione che Giorgio Napolitano consegna con franchezza ad una bambina che a piazza del Quirinale con candore gli chiede se non gli dispiacesse un po' lasciare un così bel palazzo.

Il presidente della Repubblica uscente non ha mai nascosto il peso dell'età e le difficoltà crescenti a portare avanti i "gravosi" compiti richiesti dalla guida del Quirinale e spiega con semplicità che al palazzo dei papi "sì, si sta bene, è tutto molto bello ma si sta troppo chiusi, si esce poco". "Quasi una prigione", aggiunge forse pensando alla sua amatissima casa al rione Monti dove rientrerà dopo quasi nove anni passati al Colle.

E' stato il presidente delle riforme a tutti i costi, elegante e "pignolo", come egli stesso ha confermato. Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell'intera storia repubblicana, Giorgio Napolitano domani firmerà di suo pugno le dimissioni che poi viaggeranno, portate personalmente dal segretario generale Donato Marra (per nove anni l'ombra del presidente), tra il Senato, la Camera e palazzo Chigi.

E il suo ultimo messaggio agli italiani non poteva che essere nel solco del suo granitico "credo": unità del paese e riforme. Gli italiani, ha ripetuto, siano "sereni" per il futuro e soprattutto "molto consapevoli della necessita', pur nella libertà di discussione politica e di dialettica parlamentare, della necessità di un Paese che sappia ritrovare, di fronte alle questioni decisive e nei momenti più critici, la sua fondamentale unità".

BIOGRAFIA - Giorgio Napolitano nasce a Napoli il 29 giugno 1925. Vive da ragazzo gli anni della guerra e l’ansia dei rifugi anti bombe. Si laurea in giurisprudenza nel dicembre 1947 presso l'Università di Napoli con una tesi in economia politica e durante gli anni universitari inizia la propria attività politica, partecipando come delegato al 1° Congresso nazionale universitario.

Dopo tre anni di militanza in un gruppo di antifascisti, nel 1945 diventa militante del Partito Comunista Italiano. Nel 1953 viene eletto alla Camera dei Deputati, scranno che conserverà in maniera quasi ininterrotta fino al 1996. Nella sua attività parlamentare si dedica perlopiù ai problemi legati allo sviluppo del Mezzogiorno e ai temi della politica economica nazionale. Dal 1981 al 1986 è presidente del Gruppo dei deputati comunisti.

Dagli anni Settanta si dedica alla politica internazionale. Partecipa a un gran numero di eventi e conferenze in Germania, Stati Uniti e Gran Bretagna. Questo interesse verso la politica estera sfocerà nel 1989 nella elezione a membro del parlamento europeo. Ruolo che ricoprirà anche dal 1999 al 2004.

Il 3 giugno 1992 Giorgio Napolitano viene eletto Presidente della Camera dei deputati. Resta in carica fino alla conclusione della legislatura nell'aprile del 1994. Dal 1996 al 1998 è Ministro dell'interno nel Governo Prodi e nel settembre 2005 viene nominato senatore a vita dal presidente Carlo Azeglio Ciampi.

Il 10 maggio 2006 è stato eletto Presidente della Repubblica con 543 voti. Di fatto, Napolitano è stato il primo inquilino 'comunista' del Quirinale. Il 20 aprile 2013 viene rieletto con 738 voti, il primo a bissare nella storia della repubblica. Fino all'epilogo nei primi giorni del 2015.

SUCCESSIONE - Il premier Renzi auspica che "il futuro presidente sia un arbitro di alto livello". Il Pd ha riunito la segreteria e, al termine, la vicesegretaria del partito, Debora Serracchiani, ha fatto sapere che i Dem faranno incontri con tutte le forze politiche in vista dell'elezione del successore di Napolitano e ha confermato che si punta al quarto scrutinio per la fumata bianca.

Dal Movimento Cinque Stelle arriva la richiesta di rinunciare alla carica di senatore a vita che spetta agli ex presidenti. Giorgio Napolitano, "uno dei peggiori presidenti della Repubblica", rinunci alla carica di senatore a vita: così, in una nota congiunta, i capigruppo M5S di Camera e Senato, Andrea Cecconi e Alberto Airola.

Il presidente della Bce, Mario Draghi, citato a più riprese nel toto-nomi del Colle è tornato a chiamarsi fuori dalla partita. "È un grande onore naturalmente per me essere preso in considerazione, ma non è il mio lavoro", ha detto in una intervista alla Zeit.