cronaca

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"Schettino e i suoi ufficiali dovevano rimanere sulla Costa Concordia finché l'ultimo dei passeggeri non fosse sceso. Invece decise di 'avvantaggiarsi' e va via con alcuni ufficiali dal lato da dove sembrava più facile scappare dalla nave": così il pm Alessandro Leopizzi ha rimarcato che Schettino avrebbe dovuto rimanere a bordo e scendere da ultimo.


"Aveva l'obbligo di scendere dalla nave per ultimo", ha aggiunto, invece "scese senza nemmeno bagnarsi la suola delle scarpe quando alcuni passeggeri, nel punto dove era lui al ponte 3, stettero con l'acqua al petto circa mezz'ora in più". Il pm ha collocato l'abbandono della nave da parte di Schettino tra mezzanotte e 15 e mezzanotte e 20. "Ma un orologio di uno di quei passeggeri si fermò a mezzanotte e 30" perché il passeggero aveva l'acqua al petto. "Un momento eccezionale", ha commentato il pm: "Schettino era andato via mentre la gente aspettava una scialuppa immersa in acqua e con il rischio di venire schiacciati dalla nave che stava per ribaltarsi" di fianco. I fatti sono provati non tanto da "pochissime prove orali" ma da "evidenze oggettive, documentali, non equivoche, prove di incredibile diretta efficacia probatoria. Abbiamo visto il film del naufragio. Come direbbero gli americani, c'è la pistola fumante", prova evidente del reato e "di chi l'ha compiuto". Così il commento finale del pm