cronaca

Il giudice: "Servizio di condivisione, non di taxi"
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Protesta  dei tassisti genovesi dopo la sentenza del giudice di pace di Genova che predispone la restituzione della patente a un autista e definisce il servizio " non abusivo", che rappresenta il primo pronunciamento in Italia a favore di Uber. Una delegazione sta incontrando il Prefetto Fiamma Spena.

Le "auto bianche" stanno paralizzando il transito in centro, tra piazza de Ferrari e via Roma, sede della Prefettura. Deviazioni al traffico sono state decise dalla Polizia Municipale per sopperire alla situazione d'emergenza. Domani blocco dei taxi anche a Torino.

Dopo via Roma una trentina di auto bianche sta occupando le due corsie centrali di via XX settembre. 

LA SENTENZA - La sentenza del giudice di pace di Genova ha predisposto la restituzione della patente a un autista e ha definito il servizio "non abusivo", segnando un primo pronunciamento in Italia a favore di Uber. Di fatto, una miccia che ha fatto tornare a bruciare rapidamente verso una situazione ormai esplosiva.

Secondo il giudice infatti Uber è "condivisione volontaria della propria auto per esigenze di mobilità privata all'interno di un social network". Permane comunque, scrive Lucini "la necessità di provvedere a una nuova e organica normativa del settore del trasporto e della mobilità che tenga conto delle nuove tecnologie che di fatto lo hanno già rivoluzionato a vantaggio della collettività e per una maggiore vivibilità delle nostre città".

LA POSIZIONE DI UBER - La motivazione della sentenza del giudice di pace di Genova con la quale è stata restituita a un autista di Uber la patente "conferma che il servizio offerto da Uber non è in alcuna maniera relativo a un servizio taxi abusivo", perché "se il servizio di taxi è un trasporto pubblico e come tale obbligatorio, caratterizzato da tassametro, partenza da piazzole riservate e utenza indifferenziata, Uber è cosa del tutto diversa". Così la general manager di Uber Benedetta Erese Lucini commenta la sentenza depositata stamani nella cancelleria del giudice di Pace.

Secondo il giudice infatti Uber è "condivisione volontaria della propria auto per esigenze di mobilità privata all'interno di un social network". Permane comunque, scrive Lucini "la necessità di provvedere a una nuova e organica normativa del settore del trasporto e della mobilità che tenga conto delle nuove tecnologie che di fatto lo hanno già rivoluzionato a vantaggio della collettività e per una maggiore vivibilità delle nostre città".

LO STRISCIONE A MILANO - Nei giorni scorsi a Milano è apparso uno striscione proprio contro Benedetta Arese Lucini, country manager di Uber, sotto la sua abitazione. Le frasi scritte rappresentavano insulti contro la numero uno di Uber Italia e anche contro l’assessore comunale ai trasporti Pierfrancesco Maran.

MINACCE A GENOVA - Questo è solo l'ultimo degli atti intimidatori ricevuti da chi gravita intorno al mondo Uber. Un autista che lavora per Uber a Genova ha denunciato ai carabinieri di Prà di essere stato oggetto di un'aggressione.Il fatto sarebbe accaduto il primo febbraio. Il conducente di Uber ha detto di essere stato aggredito da due sconosciuti che lo hanno insultato e dopo avergli asportato le chiavi dell'auto gli hanno anche forato le gomme e rigato la portiera. L'uomo, un genovese di 65 anni, ha spiegato ai militari che l'episodio sarebbe da ricondurre proprio alla sua attività di autista per Uber

COS’E’ UBER - Uber è una società nata nel 2009 a San Francisco. Uber non fornisce servizi di trasporto, ma si limita a mettere in contatto gli utenti con i vettori. Attraverso l’applicazione per smartphone è, infatti, possibile rintracciare un’autista nella propria zona e avere da subito il preventivo del prezzo da pagare per la tratta richiesta. Uber trattiene, poi, una commissione del 20% dalla tariffa dovuta al vettore.

LE PROTESTE – I più accesi oppositori di Uber sono i tassisti, che la descrivono come un’attività resa in regime di concorrenza sleale, che viola la normativa sul trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea (legge n. 21 del 1992).

UBER IN EUROPA – In Europa Uber è presente in 40 città. Nel corso degli ultimi mesi, la società con sede a San Francisco ha dovuto far fronte ad alcuni stop. Nello scorso aprile, infatti, due sentenze hanno bloccato l’app in Belgio e in Germania, accogliendo i ricorsi presentati dai tassiti.

SHARING ECONOMY – Uber rientra nel più ampio ambito della sharing economy. Si tratta di un sistema socio-economico basato sullo scambio di risorse e sulla cooperazione tra persone. Sfruttando gli strumenti forniti dall’innovazione tecnologica, la sharing economy sta rivoluzionando il concetto di consumo di massa, in quanto chiunque può essere al tempo stesso fornitore e consumatore di un servizio. Il fenomeno è di portata mondiale e si sta estendendo ai più svariati settori (trasporto, scambio di beni, babysitting, turismo).