Richiamando “i principi generali di prudenza, precauzione e professionalità che devono sempre connotare il comportamento di ogni Pubblica Amministrazione”, Massardo scolpisce i due punti chiave del documento. Primo: l’Ateneo si presenti sull’argomento con la semplice affermazione che “l’Università degli Studi di Genova ritiene opportuno, per ragioni di efficienza, affidare alla Regione Liguria la questione relativa alla gestione dell’autorizzazione alla spesa di 5 milioni di euro per 15 anni, pari a 75 milioni di euro, secondo il dettato del comma 1333, articolo 1 della legge n. 196/2006 e s.m.i.”. Secondo: a chiarimento di ciò cui fa riferimento il comma sopraricordato, Massardo scrive che i fondi sono destinati a un “insediamento di una sede universitaria permanente per gli studi di ingegneria nell’ambito del polo di ricerca e di attività industriali ad alta tecnologia nel territorio del Comune di Genova”.
Dunque, la parola Erzelli, secondo la Scuola Politecnica va bandita. E Massardo spiega il motivo: “Allo stato della vicenda ritengo fuorviante e origine di ulteriore confusione istituzionale e inter istituzionale, oltre che fonte potenziale di ogni eventuale contenzioso da parte di eventuali terzi, aggiungere altre parole, in particolare relative a eventuali localizzazioni, al di là del mero dettato di legge: sarà lo sviluppo dinamico della vicenda a consentire, nel tempo, una rappresentazione di eventuali magguiori dettagli in relazione ai ‘se’ e al ‘dove’ dell’insediamento stesso, una volta fondati su eventuali atti che potranno seguire”.
Ma il preside della Scuola Politecnica va oltre e affronta anche il tema del nuovo accordo di programma fra Università, Regione Liguria e Comune di Genova: “Dovrebbe essere più opportunamente considerato solo a valle del chiarimento delle competenze, e corrispondenti azioni, delle diverse parti coinvolte e dei diversi aspetti giuridici ed economici della questione complessivamente considerata: il Miur nel suo ruolo di ministero vigilante sarà chiamato a dare rappresentazione in atti di come intenda procedere e, molto probabilmente, similmente tutto il Governo nel suo complesso (in primis il Mef)”.
Finito? Neanche per sogno. Perché c’è poi un altro capitolo delicato che il documento affronta: “Per quanto riguardi la questione di un eventuale incontro della Scuola Politecnica con la società Ght Spa (proprietaria di aree e piano degli Erzelli ndr) per riesaminare il cosiddetto ‘progetto’ (preliminare? Definitivo?), incontro caldeggiato dal Magnifico Rettore a da alcuni suoi collaboratori sempre nel corso della già citata riunione, esso on può che apparire, al momento, del tutto inopportuno sotto molti profili, in considerazione del fatto che esso rischia di prefigurare per la Scuola Politecnica affidamenti impropri a tale società in assenza di un qualsivoglia titolo giuridico, non essendo chiaro, allo stato delle cose, la società stessa cosa e chi rappresenti, e quali siano i suoi rapporti con l’Università di Genova (della quale la Scuola Politecnica è parte integrante), peraltro per troppo tempo comunque poco definiti sotto ogni punto di vista”.
Siluri a raffica su Erzelli? Si potrebbe concludere così se Massardo non chiudesse il documento con poche, semplici parole, a corredo di osservazioni mosse in punta di diritto e rivolte anche a Cda, Senato Accademico, direttore generale dell’Ateneo e revisori dei conti dell’Università: “Sono certo che vorrete comprendere quanto sia istituzionale e preoccupata la mia posizione”.
Tutto questo mentre l’amministratore delegato di Ght, Luigi Predeval, a margine di una conferenza stampa sullo stato di salute delle imprese genovesi dell’hi-tech, sull’argomento se n’è uscito così: “Entro fine anno possono partire i lavori per Ingegneria a Erzelli”. Come minimo, una fuga in avanti.
IL COMMENTO
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