cronaca

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“Stiano certi tutti gli italiani che non ci sarà mai più un'altra Diaz. Non potrà più esserci. Io me ne faccio garante".
 
Lo scrive il capo della Polizia Alessandro Pansa in una lettera a Repubblica in merito al post su Facebook di Fabio Tortosa. 

"Né io né i vertici della Polizia di Stato-prosegue Pansa- abbiamo mai coltivato l'intenzione di rimuovere o sminuire la memoria di quella vicenda. Per tale ragione, non posso che stigmatizzare il post e nello stesso tempo reagire al comportamento tenuto, facendo ricorso alle procedure disciplinari”.Nella missiva Pansa aggiunge: "Errori e inadeguatezze dei singoli sono purtroppo sempre possibili perché gli uomini sono fallibili e perché si opera in condizioni difficili a volte eccezionali. È nostro compito evitarli e reprimerli con immediatezza. Ma a distanza di 14 anni trovo ingiusto che ogni singolo episodio venga ricondotto alla vicenda della Diaz, già oggetto di pesanti condanne da parte della magistratura, dell'opinione pubblica e dei vertici stessi della Polizia di Stato."
 
E sulla vicenda torna il protagonista di quel post, Fabio Tortosa
, che sempre in un’intervista a Repubblica dice: “Chi fa violenza su un inerme commette un atto di tortura. Dunque alla Diaz fu tortura. Ma io, in 22 anni di polizia, non ho mai torturato nessuno. Per questo ho gridato dopo quella sentenza. Io non sono un torturatore. Non lo siamo stati noi del VII Nucleo. E solo per questo motivo ho scritto che sarei tornato alla Diaz". Quella notte –aggiunge-fu uno scempio. Che fece 159 vittime. I 79 nella scuola che vennero massacrati nel corpo e nella testa, e gli 80 di noi del VII, perfetti capri espiatori di quanto era accaduto", afferma Tortosa. "Quella notte io e il mio reparto restammo nella scuola 5 minuti. E mentre raggiungevamo i piani alti, decine, centinaia di colleghi con le pettorine e in borghese si accanirono su chi era nella palestra". "L'infamia cui mi ribello ha anche il volto di chi è stato responsabile di quel pestaggio e non ha avuto il coraggio di fare un passo avanti. E sulla possibilità di una commissione parlamentare d'inchiesta, "ne sarei felice”.