
Il risultato ottenuto ieri è uno dei più alti del governo Renzi, ma a rendere agra la giornata è stata la mancata partecipazione al voto di 38 deputati della minoranza del Pd, tra i quali spiccano big quali Enrico Letta, Pier Luigi Bersani e Rosi Bindi.
Minimizza, però, il vice segretario del Pd. "C'è stato uno strappo più contenuto di quello che si poteva pensare prima del voto" e soprattutto, dice Lorenzo Guerini in Transatlantico, "non penso che vi siano volontà di rotture insanabili nel partito o di uscite, scelte di questo tipo andrebbero in direzione opposta a quello che è l'interesse del Pd".
Se da parte della sinistra interna - dunque - continuano a piovere parole di fuoco contro Matteo Renzi, la leadership del Pd sceglie di non drammatizzare, ed anzi parla di "ricucitura", tanto che anche il premier apre su una modifica della riforma costituzionale del Senato. Anche perché il voto finale sull'Italicum, probabilmente a scrutinio segreto, non lascia ancora dormire sonni tranquilli all'esecutivo.
IL COMMENTO
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