RISPOSTE INTERVISTA SANITÀ
1 - Per tenere sotto controllo i costi della sanità occorre da un lato puntare prima di tutto sull’efficienza e sulla razionalizzazione dei servizi erogati, partendo da una loro valorizzazione. Un lavoro strategico ad ampio raggio nel quale devono essere coinvolte e potenziate anche le funzioni di monitoraggio e di controllo di gestione degli uffici regionali dell'assessorato, responsabilizzando i direttori delle Asl sul rispetto dei tetti di spesa. All’interno di questo quadro è indispensabile elaborare una strategia regionale pluriennale che individui chiaramente le priorità di intervento.
Sul fronte del servizio serve uno sforzo per rendere maggiormente attrattive le alte specializzazioni di cui ancora oggi disponiamo, razionalizzando ed eliminando i doppioni esistenti e rivedendo l’organizzazione delle Asl sul territorio ligure, cinque in tutto quelle attuali quando ne sarebbero sufficienti appena tre, una per il Ponente, una per il Levante e una per l’area Metropolitana. Questo, insieme ad altri interventi, consentirebbe uno snellimento amministrativo e una sburocratizzazione che, insieme, si tramutano in risparmio economico. Poi ci sono fattori collaterali su cui è possibile intervenire, come ad esempio l’efficIentamento energetico delle nostre strutture.
2 - Sul risparmio serve un ragionamento complessivo. A fronte del un numero elevato di strutture ospedaliere per acuti esistenti bisogna ragionare sull’efficienza.
Un esempio su tutti è quello della rete ospedaliera per gli acuti, nell’area genovese, ancora troppo ampia e troppo dispersiva. Dobbiamo puntare su pochi ospedali concentrando in essi tutte le specialità necessarie al ricovero e trattamento dei pazienti acuti.
Il sistema va ricalibrato su pochi poli d’eccellenza su cui investire attorno ai quali costruire una rete di servizi territoriali, riconvertendo le strutture sottoutilizzate in centri intermedi di prima assistenza, strutture riabilitative per i post acuti o su cui appoggiare i servizi per il territorio.
La riduzione dei costi passa anche attraverso la razionalizzazione dell'offerta ospedaliera, eliminando doppioni, facendo convergere le risorse sull’assistenza territoriale ma anche accentrando alcune funzioni amministrative in regione (concorsi, pagamento stipendi, provveditorati) e l’accorpamento delle Asl.
3 - Puntare su servizi d’eccellenza e sulla riduzione dei tempi d’attesa per la loro erogazione, ai quali le fughe di pazienti verso altre regioni sono collegate a doppia mandata.
Per iniziare aboliremo la recente legge, approvata dal Governo uscente, così detta “salva primari”; legge che non ridurrà certo le fughe dei pazienti dalla Liguria ma che servirà solo a chi potrà pagare tariffe più alte rispetto a quelle offerte in intramoenia, comprimendo ulteriormente il servizio istituzionale e alimentando ulteriormente quegli interessi di lobby che noi combattiamo. Poi bisognerà intervenire sulle strutture, in particolare su quelle in cui il feedback di ritorno dai pazienti, lamenta un deficit qualitativo rispetto agli standard minimi. Un bravo politico deve recarsi nelle strutture e ascoltare pareri degli operatori recependone proposte e confronti che possono aiutare in maniera fondamentale nel trovare soluzioni migliorative. Infine è assolutamente necessario investire sulle eccellenze mancanti e riportarle nel nostro territorio, come nel caso dell’ex centro trapianti. Infine si deve lavorare ad accordi bilaterali con le regioni limitrofe.
4 - Le liste d'attesa dipendono sia dall'esistenza di troppe prescrizioni improprie, sia dalla scarsa produttività delle apparecchiature diagnostiche o delle strutture ambulatoriali che erogano visite. Bisogna quindi agire su questi due fronti: forte riduzione dell'inappropriatezza e aumento della produttività. Inoltre bisogna potenziare la prenotazione diretta da parte del medico di medicina generale o degli specialisti prescrittori delle visite o delle indagini diagnostiche di controllo, che vanno programmate a 6 -12 mesi, tramite il sistema Cup, web.
Serve un’attenta analisi fra tre principali parametri: domanda, offerta e appropriatezza della richiesta. E’ necessario individuare quali prestazioni sono maggiormente richieste e, fra queste, su quali si determina maggiore sofferenza.
Vanno prolungati gli orari dei servizi, non è pensabile che la quasi totalità delle prestazioni non venga erogata dopo le ore 14. Gli orari vanno estesi a tutte le dodici ore diurne e questo da un lato permetterebbe di abbattere le liste d’attesa, dall’altro consentirebbe un migliore ammortamento delle spese relative all’acquisto e manutenzione di apparecchiature.
Per quanto riguarda l’appropriatezza, invece, dobbiamo innanzitutto riportare il medico di medicina di base alla sua funzione clinica originaria; dobbiamo incentivarlo ad una formazione continua e dobbiamo metterlo nelle condizioni di poter richiedere direttamente un’immediata consulenza allo specialista pubblico. La tecnologia oggi ci permette, ad esempio, di effettuare un ECG e di inviarlo in tempo reale ad un cardiologo il quale, sempre in tempo reale, potrebbe eseguirne il referto rinviandolo al medico di base. Tutto questo senza costringere il paziente a ulteriori spostamenti e inutili tempistiche per ricevere la prestazione di cui necessita.
5 - La rete ospedaliera dei DEA deve essere necessariamente ripensata. I pronto soccorso sono intasati a causa degli accessi impropri, i codici bianchi, legati ad un eccessivo afflusso di pazienti che non hanno una reale urgenza, che confluiscono sugli ospedali perché non trovano una risposta sul territorio. Per prima cosa andrebbero applicate le previsioni della legge Balduzzi, del 2012, con l’apertura degli studi dei medici di medicina generale per dodici ore al giorno e sette giorni su sette.
Un’altra ragione dell’intasamento dei pronto soccorso è legata alla difficoltà di consentire il ricovero dei pazienti nei reparti. Da un lato quindi vanno potenziate le strutture territoriali che possono fare da filtro per la casistica non realmente urgente; dall'altro è necessario creare le strutture per post acuti consentendo la dimissione dei pazienti dai reparti in tempi congrui e in tutta sicurezza, così da creare disponibilità di posti letto per i pazienti provenienti dal pronto soccorso e da fornire servizi per gli utenti dimessi che necessitano ancora di una terapia riabilitativa. Infine, devono essere sempre più utilizzati sistemi di monitoraggio dei posti letto effettivamente liberi e disponibili presso i reparti.
Altro aspetto importante è quello del personale di pronto soccorso: sempre più vanno utilizzati i medici specializzati in emergenza che scelgano di lavorarvi stabilmente, creando stabili competenze.
Istituendo, a seguito delle conversioni, strutture riabilitative specializzate libereremo poi risorse, umane e strumentali, a favore di tutte le necessità a carattere d’urgenza, migliorandone la qualità.
6 - La rete ospedaliera deve contare su pochi ospedali di alta specializzazione e su una rete di poche strutture di medio bassa specializzazione. Quindi gli ospedali devono essere ancora ridotti in numero e contemporaneamente integrati tra loro in maniera forte. Questo processo deve essere obbligatoriamente accompagnato dal potenziamento dell'assistenza territoriale. Gli ospedali di riferimento per acuti devono essere strutture di eccellenza, che rispondono a criteri di corretta distribuzione sul territorio,
abbinata ad una attenta valutazione di parametri quali adeguatezza strutturale, logistica, collegamenti a reti stradali e di trasporto pubblico e, laddove non siano presenti queste caratteristiche, pensare a strutture nuove.
E’ assolutamente necessario inoltre investire nella ricerca e nelle eccellenze, potenziando strutture come l’IRCCS San Martino – IST che deve emergere come punto di riferimento regionale legato a progetti condivisibili con l’intera rete ospedaliera.
Infine non si comprendono le ragioni per le quali, la precedente amministrazione, abbia predisposto un forte investimento sul Galliera quando la priorità assoluta era dare risposta alle necessità del ponente genovese.
7 - Innanzi tutto bisogna scindere a seconda delle prestazioni private in oggetto. Per quelle diagnostiche, le strutture private possono rappresentare un valido contributo a colmare eventuali carenze ed abbattere i tempi d’attesa delle liste.
Per quanto riguarda le prestazioni ospedaliere crediamo non ci debba essere commistione tra pubblico e privato, sia a riguardo della professionalità e competenza medica, sia a riguardo della qualità delle prestazioni e della sicurezza con le quali esse vengono erogate. Vogliamo affermare con forza che le strutture pubbliche sanno garantire al meglio la salute dei cittadini.
8 – In Liguria il sistema va riformato nella direzione di una riduzione dei costi amministrativi e di una maggiore integrazione sociosanitaria. Tre Asl sul territorio sono più che sufficienti: una per il levante genovese, una per il ponente e una per l’area metropolitana di Genova. Una revisione in quest’ottica rappresenterebbe il giusto equilibrio fra amministrare bene e contenere i costi.
9 - L’eccellenza dell’Ospedale Gaslini è internazionalmente riconosciuta, un valore aggiunto da difendere per tutti i liguri. Una struttura che va sostenuta, finanziata e aiutata a valorizzare e accrescere le sue competenze. A livello nazionale serve uno sforzo perché i fondi per questo tipo di strutture specializzate siano equamente ripartiti tra poli d’eccellenza.
10 – Le norme sui ticket e sull'esenzione sono fissate prevalentemente a livello nazionale. Bisogna facilitare tutti i passaggi burocratici per i pazienti e cercare, quanto più possibile, di definire regole semplici e simili per specialistica e farmaci.
Le prestazioni non usufruite e non disdette devono essere fatte pagare per intero, perché tutti dobbiamo assumere un comportamento maggiormente responsabile ed essere consapevoli che “l’abuso” penalizza e danneggia tutti i cittadini in lista d’attesa nonché l’intero sistema sanitario nazionale. E’ necessario anche un maggior controllo incrociando la banca dati dello stesso sistema sanitario con quella dell’Agenzia delle Entrate per individuare le esenzioni incongrue.
Oltre alle normali esenzioni attuali, per reddito e malattia, vorremmo introdurre un criterio progressivo d’esenzione applicabile in tutti quei casi dove, superato un determinato tetto di spesa , si desume una cronicità della patologia anche se questa non rientra in quelle riconosciute attualmente. Se un paziente ha necessità di cure e queste cure si protraggono nel tempo significa che questo paziente ne ha reale bisogno e dunque ha il diritto di essere esentato dalle spese sostenute.
Infine va fatta chiarezza sulle modalità con cui vengono fatti pagare i ticket ai cittadini. Spesso il cittadino è chiamato a pagare due volte anche se, a tutti gli effetti, si serve di un’unica prestazione. Ad esempio, per una scintigrafia miocardica da sforzo, le strutture richiedono due richieste, una per la scintigrafia miocardica e una per l’ecg sotto sforzo. Tutto questo avviene ignorando il fatto che la prestazione non solo debba essere univoca ma anche prescritta su un’unica ricetta, ai sensi di legge, e il ticket da pagare uno solo.
politica
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