La frase più replicata in questi giorni è: "Tu, chi voti?". Imbarazzante domanda quando non si appartiene alla fortunata categoria dei militanti o dei parrocchiani.
Il seguito è: "Non c'è stata nella storia una campagna elettorale brutta come questa". Banalissima e bugiardissima constatazione, perché si ripete ad ogni appuntamento elettorale che, nel dire comune, è storicamente il più brutto del secolo.
La prima domanda "Tu, chi voti?" accende altre due sequenze: "Io non so proprio chi votare" e fin qui niente di male. Si tratta di un' onesta ammissione o di incertezza o di scarsa auto-informazione.
La seconda, invece, merita una riflessione: "Sai che cosa ti dico? Che questa volta non vado a votare". Aiutati dal voto domenicale di fine maggio, che si deve esaurire in un' unica giornata, i fuggitivi dell'urna concludono: "Non vado a votare anche perché sono a ....".
Liberissimi di fare o non fare quello che vogliono. Ma che esasperazione, poi, non avere diritto di lamentarsi. Quando tornando dalle spiagge di Cogoleto staranno in coda sulla Savona-Genova per due ore, quando l'intercity Principe-Milano Centrale resterà fermo nella campagna pavese nel mezzo della nebbia senza alcun motivo e addio coincidenza con il Freccia Bianca per Venezia, quando un forte temporale autunnale allagherà il sottopasso che bisogna percorrere per raggiungere l'ufficio, quando una lunga lista d'attesa per una visita che so, oculistica, spingerà a emigrare a Novi Ligure o Acqui, o Ovada o Milano dove ti accoglieranno a braccia aperte.
Non riuscirei alla mia età a perdere il sacrosanto diritto al mugugno, al lamento, alla protesta, all'invettiva contro il politico che io non ho votato ma gli altri sì e ha vinto e , quindi, secondo me, è la fonte di ogni male e scelta sbagliata. Guai. Rinuncio al bagno a Camogli, alla cima dentro il panino masticata sui prati di Tiglieto, al trekking in Val Veny, all'Expo, alla mostra alla Triennale.
Domenica 31 maggio, io non voglio perdere, almeno moralmente, il diritto di incazzarmi con qualcuno in Liguria. Dal 1 giugno e per i prossimi cinque anni.
politica
Il diritto al mugugno per i prossimi cinque anni
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