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il presidente del porto spezzino torna in prima linea nel suo partito
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"Siamo stati molto esclusivi, dovremmo essere inclusivi, cercare di raccogliere idee, istanze, persone. Se fai anatemi e condanni chi non la pensa come te, alla fine ti trovi da solo, alla fine perdi". E' la lettura sul voto delle regionali di Lorenzo Forcieri, presidente del Porto della Spezia ed esponente di spicco del Pd Spezzino.

"Essendo alla fine del secondo mandato da presidente del porto - ha detto Forcieri a Primocanale - ho deciso di tornare ad occuparmi di politica, anche perchè visti dall'esterno questi movimenti che ci sono nei partiti e in particolare nel Pd, sono visti come qualcosa che non attrae".

"Questi risultati - aggiunge Forcieri - ci devono fare riflettere, quando si diventa autoreferenziali, quando tutta la discussione viene portata all'interno del partito, quando anche le primarie vengono condizionate da prese di posizione dei dirigenti di partito che dividono da una parte e dall'altra, e non si ha un rapporto molto forte con le istanze e i bisogni della popolazione, alla fine i cittadini sentono la politica lontana, e sentono lontano i partiti, nello specifico il partito democratico".

Secondo Forcieri anche il risultato della Spezia è stato deludente per il PD: "Penso che ci sia una responsabilità generale, difficile dire che siano responsabili i dirigenti di Genova e non quelli della Spezia. Qui si pensava di poter recuperare un risultato negativo che ci si aspettava a Genova. Non è stato così. C'è stata l'assenza di una idea generale di Regione. I programmi nel dettaglio nessuno li va a vedere. Ma la linea di marcia che si voleva prendere non era chiara. Gli elettori invece la devono capire. Così non è stato".

In particolare Forcieri ritiene che le proposte e le cose fatte sul tema della sanità sia stata molto deficitaria: "Impostare tutto sulla realizzazione di nuove strutture che magari saranno disponibili tra cinque, sei anni, quando già se ne parla da altri sette otto anni, sia un errore. Sento dire oggi dal direttore generale Conzi della Asl della Spezia che il vero problema è Genova, perchè è lì che si affrontano i nodi e da lì si scaricano i problemi sulle periferie e le altre province. Certo che dirlo dopo sette anni da chi ha quel ruolo... forse doveva dirlo prima. Di certo l'episodio ricordato in Direzione PD qualche giorno fa di un cittadino che si è presentato per fare alcune analisi il 15 aprile e gli hanno risposto che non era il suo turno, perchè l'appuntamento era sì per il 15 aprile, ma del 2016, è emblematico. Ecco se si verificano queste cose e non si affrontano i problemi della gente i risultati sono questi. La politica è soprattutto buona amministrazione, la politica deve aiutare. Se non lo si fa diventa incomprensibile e si allontana dai cittadini".

E ancora sul partito spezzino: "Il segretario provinciale della Spezia Michelucci? Si deve dimettere, è un obbligo statutario. Proclamato eletto scatta l'incompatibilità. E' ovvio. Io comunque non ho mai chiesto le dimissioni, ma ho detto che è insufficiente la presa in carico delle responsabilità del risultato elettorale. Le spiegazioni dopo il voto? Sempre colpa di altri. Di Pastorino, di Cofferati, perfino di Bertinotti. Di quelli che non ci hanno sostenuto. Credo che le responsabilità siano dentro il partito. E la discussione che ho avuto con Michelucci riguardava soprattutto Lerici. Dove avevamo una amministrazione in carica, non siamo stati in grado di mantenerla, l'abbiamo fatta cadere, con responsabilità di chi gestiva il partito, non i lericini, ma la federazione che aveva commissariato il partito, e poi abbiamo perso. Pensavo che almeno su quello ci fosse una presa di posizione. Invece niente. Non è una buona cosa allontanare da sé le responsabilità quando si perde".

Forcieri parla poi della riforma portuale: "Quello di cui c'è bisogno non è emerso con chiarezza. Si è partiti dal disegno di architetture istituzionali fatte a tavolino, invece che delle esigenze reali dei porti e del sistema logistico. C'è bisogno di autonomia non solo finanziaria, ma anche amministrativa. Dobbiamo rendere gli scali più attrativi. L'autonomia finanziaria serve per reinvestire in infrastrutture che sono necessarie per l'ammodernamento delle flotte e delle esigenze che cambiano. Dico al governo: date autonomia finanziaria, togliete finanziamenti statali che si possono togliere completamente. Se i porti hanno autonomia, chi fa i traffici ha le risorse e le può investire in infrastrutture e per migliorare la situazione".

Il presidente del Porto spezzino critica l'idea di aggregare i porti liguri: "Mettere insieme Spezia, con Genova e Savona mi sembra che non abbia senso. Spezia e Savona per esempio non hanno niente in comune. Avremmo altri enti intermedi che complicherebbe la linea decisionale: avremmo il Ministero, questa autorithy aggregata e il porto a livello locale che ci vorrebbe comunque. Avremmo bisogno invece di una direzione politica forte, a livello ministeriale, che detti le linee generali sui porti, che favorisca la possibilità di svolgere attività logistica in Italia, partendo dal fatto che non abbiamo nel Paese un grande operatore del settore. Perchè non ci mettiamo insieme, il governo dovrebbe fare qualcosa per aggregare i grandi soggetti e i gruppi privati per favorire una forte aggregazione. Del Rio è una persona attenta e sono convinto che il piano della logistica abbia elementi molto positivo, poi si perde sui temi della governance".