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Presentate in Regione osservazioni contro la Società Europea
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Continua la battaglia del 'Comitato Spontaneo degli Amici del Tarinè contro il progetto di estrazione del titanio dal parco del Beigua, dietro a cui si cela anche il pericolo amianto: oggi ha depositato all'ufficio protocollo della Regione Liguria le osservazioni contrarie alla richiesta del "permesso di ricerca mineraria per minerali di titanio, granato e minerali associati sul Monte Tarine" presentato dalla Società Europea per il titanio (Cet) con la procedura di Via n. 355 del 27 aprile 2015. Secondo le rilevazioni, infatti, tra Sassello e Urbe, ci sarebbe il più grande giacimento di titanio che esista in Europa, stimato in più di 400 milioni di tonnellate.

L'area estrattiva prevede una superficie di 500 metri per 1.800, tra i 400 e i 900 metri di altitudine del Bric Tarinè, nell'area del Parco del Beigua, protetta da una legge regionale del 1996. "Le osservazioni contengono una serie di documentate motivazioni per le quali il Comitato chiede il rigetto di tale richiesta - spiegano in una nota - che non sarebbe assentibile nel merito in quanto comporta l'asportazione di campioni di roccia e minerali all'interno dell'area del Parco regionale del Beigua, nonchédel Geopark oggetto di salvaguardia di interesse comunitario, quindi con valenza extranazionale".


I prelievi, dice il comitato, potrebbero essere autorizzate dall'Ente Parco "solo se finalizzate alla ricerca scientifica, ma non per valutare la possibilita di sfruttamento minerario di quelle zone, attivita espressamente proibita all'interno del Parco del Beigua e a maggior ragione del GeoPark". "Inoltre, l'eventuale coltivazione di una miniera a cielo aperto, in ammassi rocciosi contenenti rilevanti percentuali di amianto potrebbe comportare da un lato un aumento dei costi di estrazione, deposito e trasporto e dall'altro - conclude la nota - un aumento dei tempi di esposizione alle polveri di amianto da parte della popolazione locale, dei turisti e dei fruitori del parco".