cronaca

E Bagnsco: "Occidente indifferente agli esodi"
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Sull'immigrazione anche la Cei alza i toni. Nelle scorse ore Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha riservato un pesante attacco a una parte della classe politica per i toni utilizzati sul tema migranti. Destinatari neanche troppo nascosti dell'invettiva sono Beppe Grillo e Matteo Salvini."Credo che come italiani dovremmo cominciare a distinguere il percepito dal reale", afferma il vescovo. "Noi qui sentiamo parlare di insopportabilità del numero di richiedenti asilo. Questo è un atteggiamento che viene purtroppo alimentato da questi piazzisti da quattro soldi, che pur di raccattare voti dicono cose straordinariamente insulse". 

Galantino, dopo aver riconosciuto le difficoltà che si celano dietro l'accoglienza, raffronta la situazione italiana a quella della Giordania, spiegando che in tema di immigrazione ciò che conta realmente è la volontà di farsi carico di chi arriva. "La Giordania ha una popolazione di circa 6 milioni di abitanti e lì ci sono circa 2 milioni e mezza di profughi che vengono accolti. Quello che distingue la Giordania dall'Italia è voler mettere vita con vita. Non è una questione di mezzi".

Sul tema si era pronunciato in mattinata anche il presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco, nell'omelia pronunciata alla messa per la festa di San Lorenzo, patrono della cattedrale di Genova. "In alcuni Paesi occidentali gli edifici religiosi sono venduti, la partecipazione è molto bassa, la cultura contro la vita e la famiglia domina, basta pensare all'aborto, l'infanticidio, l'eutanasia, l'uso commerciale del corpo umano, il dominio del profitto, l'indifferenza pratica di fronte a esodi di disperati costretti da miseria, guerra, persecuzione a cercare fortuna altrove". 

"Forse - ha aggiunto il porporato - la Chiesa in occidente sta diventando minoranza, in mezzo ad un deserto di secolarismo diffuso che fa pensare ad altri momenti della storia. Secolarismo che sempre ha cercato di assimilare la Chiesa a categorie mondane, perché si trova spiazzato davanti ad una Chiesa che, indicando l'Invisibile e l'Eterno, sfugge ai parametri del mondo e, parlando di un altro Mondo, può meglio parlare a questo mondo".

Il porporato ha poi parlato dell'attualità dell'insegnamento di San Lorenzo che si oppose all'imperatore che "voleva i beni della Chiesa di Roma. Togliere alla Chiesa le risorse significa impedirle di compiere la sua missione che è quella di predicare il Vangelo e di farne le opere". Lorenzo, ha detto ancora il porporato "ha pubblicamente dissentito, è andato contro corrente non solo rispetto al potere politico, ma anche rispetto al pensare di allora".