curiosità

I sacrifici degli allevatori contro la burocrazia e costi infiniti
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"Ci vogliono far morire". L’amara constatazione giunge dall’ultima stalla di quelle proporzioni sul confine tra Liguria e Piemonte dove la cartina dice già Alessandria: a Molini di Voltaggio i fratelli Bagnasco gestiscono 150 bestie in gran parte da latte, dai 26 ai 27 quintali ogni due giorni  che dopo la chiusura della centrale di Genova vengono caricati su un camion con destinazione Parma. Prezzo? 0,36 centesimi al litro. Dura, quasi impossibile andare avanti. Anche perché – dicono loro – ci vengono ancora due mesi dello scorso anno. Lassù dove avanza il Terzo Valico, la vita sembra essersi fermata a qualche decennio fa.

Pagamenti scarsi, burocrazia crescente e innumerevoli rinunce segnano la crisi di agricoltura e piccoli allevamenti sull’appennino. Chi di primavere ne conta 88 e lì ha lavorato 30 anni, fa la sintesi: "L'unica realtà che resiste ormai è questa".

A mungere a Molini, oltre ai fratelli Bagnasco, ci sono due giovani indiani perché i ragazzi italiani sono lontani da questo mondo. Una realtà che richiede sacrifici, zero feste e disponibilità totale per le mucche. Elementi che messi insieme mettono in bilico il futuro della piccola produzione di qualità: "Siamo tutti scapoli" dicono i protagonisti.        

Bestie da grandi prestazioni, quelle di Molini. Razza Bruna Alpina, mucche in grado di produrre fino a 30 litri. Storie di natura e spontaneità che regalano immagini sempre più lontana dalla conoscenza comune del mondo cittadino. E’ qui che l’arrivo di Viaggio in Liguria coincide pure con la nascita dell’ultimo vitello.