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Le indagini penali avevano dimostrato che tra la fine del 2008 e il 2009, Comparone aveva riconosciuto a una detenuta un trattamento di favore, ovvero le aveva concesso di poter svolgere un lavoro esterno all'istituto di pena, nonostante non ci fossero i presupposti previsti dalla legge, e non era stata presentata neppure la necessaria domanda alla Corte d'Appello.
Secondo l'accusa, il direttore in cambio aveva avuto favori sessuali. Circostanza sempre duramente respinta dall'ex direttore del carcere femminile genovese. Per i giudici contabili, non ci sono dubbi sulla sussistenza del danno d'immagine arrecato alla pubblica amministrazione, e sottolineano che Comparone abbia "anteposto il proprio interesse a quelli che erano i suoi doveri professionali e istituzionali".
IL COMMENTO
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