
Ma proprio questo ruolo nazionale offre a Giovanni Toti la chance di farcela in questi durissimi cinque anni di leadership. Perché ormai è evidente che una regione marginale come la nostra, resa ancora più marginale da un Pd che non contava niente prima e conta ancora pochissimo oggi, nonostante due ministri, non potrebbe mai riuscire ad agganciare le grandi decisioni che o ti fanno partecipe dello sviluppo o ti tagliano fuori per sempre.
Nella lunga intervista che ha riservato a Primocanale il nuovo presidente ha affermato un principio: la Liguria si può tirar fuori dall’impasse soltanto con l’aiuto del Nord, inteso come macro-regione (quell’ idea che è un antico caposaldo delle analisi di Liguria Civica di Maurizio Rossi). La macro-regione alpina, il solido e vecchio Nord Ovest dove governano uomini del Pd, della Lega e di Forza Italia. Nei dieci anni passati, ha raccontato Toti, nessun ligure ha mai preso parte alle riunioni della macro-regione.
Quindi ritorniamo a farne parte, questa volta con ferma convinzione, considerandoci non poveretti da elemosine, ma importante sbocco a mare, terra strategica di confine, incredibile costa turistica e nautica. E che Toti, giovane signore, furbo e attento, dai modi garbati e civili, giri e non si preoccupi se non sta dalla mattina alla sera con le chiappe posate sui divani imperiali della sede realizzata dal suo amico Biasotti (un milione e mezzo di euro all’anno d’affitto…). Ci lasci i suoi assessori a lavorare a casetta, a cuocersi bene la zucca, e si tenga questo triplice ruolo. In fondo, da un mese la Liguria è tornata sulla ribalta mediatica e non solo per un rosario di tragedie ambientali o default politici.
Però alle parole sciorinate con grande savoir faire agganci anche i fatti. Un treno veloce che ci colleghi a Milano e Roma, quaranta chilometri di binari per raggiungere Nizza, qualche vero manager sprovvisto di tessere o parentele piazzato nei posti giusti, in porto per esempio e una sanità non ideologica e consociativa.
Opere che ormai siamo stufi di ricordare perché questa operazione nostalgia ci fa capire quanto siamo vecchi.
IL COMMENTO
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