Un 5-1 in trasferta che ha la peculiarità di riportare tutti sulla terra, dopo aver accarezzato per quasi un tempo intero il sogno del primato a fianco del Crotone.
Due gli episodi che hanno caratterizzato e indirizzato la gara tra Cesena e Spezia verso il suo esito finale dai grandi numeri ed effetti speciali, pur non spiegandolo del tutto: il gol incassato dagli aquilotti in pieno recupero di primo tempo, al termine di una frazione di apertura culminata con la rete del vantaggio e governata in modo autorevole ma, appunto, sciupata nel momento meno opportuno da un evidente errore difensivo. E poi, dopo il raddoppio dei padroni di casa all'alba della ripresa, quel fallo di Postigo 'spostato' dall'arcigno Nasca di Bari nell'area di rigore dopo essere cominciato ben prima: Il difensore si sarebbe beccato comunque il rosso, ma lo Spezia sarebbe rimasto in in partita, almeno sul piano del risultato.
Due episodi, dicevo, che non spiegano tutto del pesante ko finale, se non che da lì in poi lo Spezia ha pensato più a pareggiare i conti che a limitare i danni. Ma lo ha fatto con troppa foga ed eccessivo nervosismo, probabilmente nella assoluta convinzione di aver subìto un torto. E' dunque mancata la necessaria lucidità per reagire nel modo giusto, senza contare che davanti c'era una squadra sinora sempre vincente al 'Manuzzi' e tra le formazioni più esperte del torneo, oltreché parecchio accreditata per il salto di categoria.
L'essenziale sarà ora per Bjelica e i suoi ragazzi assorbire la botta senza farne un dramma e, semmai, cercar di levigare certe intermittenze che qua e là affiorano nelle prestazioni di qualche elemento. In questi casi è indubbio come il crollo sia da addebitare all'intero gruppo, tecnico compreso, tuttavia sarà importante evitare contraccolpi come quello che seguì la paradossale sconfitta d'esordio a Bari (anche lì un mezzo diluvio di gol al passivo) e che gli aquilotti scontarono in parte anche nella successiva gara casalinga contro la Pro Vercelli.
Ecco, il modo migliore per archiviare questo ko bruciante come cinque schiaffi in pieno volto è quello di ripresentarsi in campo, sabato al Picco con l'Avellino, nella versione pratica e quadrata che ha contraddistinto il cammino dei bianchi nell'ultimo mese e mezzo di campionato. Senza poter dimenticare, in ultimo, come le prestazioni a due facce di Terzi e compagni, sebbene con esiti per fortuna molto diversi da questo posticipo da incubo, stiano ultimamente diventando una costante. Un piccolo campanello d'allarme, al di là della contingenza di una serata storta. Corsi e ricorsi di cui fare tesoro.
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Spezia, cinque sberle che bruciano il sogno del primato
Gara a due facce per gli aquilotti, crollo che riporta sulla terra
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