
L’anno scorso l’uomo aveva adescato una ragazzina di 13 anni spacciandosi per un 15enne: una relazione “virtuale” via whatsapp con scambio di foto. Ma quando la ragazzina aveva ricevuto le immagini dei genitali del “fidanzatino” era rimasta turbata tanto da troncare la relazione. Il “ragazzo”, per ripicca, aveva inviato via whatsapp le foto delle parti intime dell’adolescente ad un comune gruppo di amici e l’aveva minacciata se non avesse proseguito la relazione. Per rafforzare la sua richiesta l’aveva anche fatta chiamare da una donna che, millantando di essere una poliziotta, l’ aveva minacciata di mettere raccontare ai genitori delle foto da lei inviate. Il “fidanzato” avrebbe inoltre preteso un incontro per consumare un rapporto, fortunatamente non avvenuto. La minore, non sopportando più le continue minacce e le pubblicazioni offensive, aveva infine deciso di confessare ai genitori ogni cosa.
Nella casa dell’uomo sono state trovate le prove dell’adescamento di altre tre minori (con relative foto che ritraevano le loro parti intime) residenti in diverse regioni del centro Italia.
IL COMMENTO
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