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I numeri, nel complesso, segnano un miglioramento. Dal 2013 gli incidenti si sono ridotti del 4,4%, i feriti del 4,0% e i morti sono scesi del 31,8%. Dati più positivi rispetto alla media nazionale, che segna rispettivamente -2,5%, -2,7% e -0,6%. La Liguria ottiene risultati peggiori in due casi: sul totale degli incidenti, muoiono più anziani over 65. Inoltre, nel caso degli incidenti mortali è superiore il numero delle vittime sul totale delle persone coinvolte (60% rispetto al 49% nazionale).
Muoiono soprattutto i giovani tra i 15 e i 29 anni e gli over 65. Due vittime su tre sono conducenti dei veicoli coinvolti. Tra i pedoni, che rappresentano 1/4 delle vittime totali, i più colpiti sono gli ultrasessantacinquenni.
Può sembrar strano, ma la maggior parte degli incidenti si verifica sui rettilinei (50% in città e 47% fuori), mentre in aree extraurbane circa un incidente su tre avviene in curva. Ci sono momenti in cui è più facile lasciarci la pelle: i mesi primaverili ed estivi, in particolare aprile, e le prime luci dell'alba di sabato e domenica (tra le 4 e le 6). Ma il picco degli incidenti con feriti e/o morti, in generale, è intorno alle 19.
In Liguria la maggior parte degli incidenti avvengono in aree e urbane (oltre il 97%), quindi c'è più possibilità di ferirsi o di morire in città. Ma gli incidenti extraurbani sono più pericolosi (2,6 decessi ogni 100 incidenti, in città 0,5 ogni 100). Particolarmente a rischio le autostrade (l'A26 Genova Voltri-Alessandria è la più letale), l'Aurelia e alcune strade dell'entroterra.
IL COMMENTO
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