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Servirà a separare i materiali riciclabili dai rifiuti secchi
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La chiamano “Fabbrica della materia”, sarà l'impianto del secco e sorgerà – salvo ripensamenti – a Genova Campi. In parole povere, avrà il compito di ricevere l'indifferenziato non organico dei cassonetti verdi per tirarne fuori carta, plastica, vetro e metalli da riciclare. A darne notizia è il presidente di Amiu, Marco Castagna.

L'area individuata è quella dove ora sorge un deposito di Amt. “È la più adatta sotto tutti gli aspetti – spiega Castagna a Primocanale – per dimensioni, collocazioni e condizioni di partenza”. Le attenzioni di Amiu si erano concentrate sulle ex aree Ilva. Poi, le vicende legate all'azienda e all'interessamento di Ansaldo Energia hanno portato a Campi. “In questi giorni stiamo verificando le autorizzazioni per entrarne in possesso in tempi rapidi. Poi, nel giro di un paio d'anni, se tutto va bene, avremo la nostra 'Fabbrica della materia'”.

FABBRICA DELLA MATERIA: COS'È? - Sarà una fabbrica tutta particolare. Stavolta non si tratta di rumenta maleodorante. A Genova c'è già un impianto simile, in via Sardorella, troppo piccolo per le esigenze del capoluogo. L'impianto di Campi sarà una sorta di differenziatore automatico. “In questa 'fabbrica' – spiega Castagna – verranno convogliati i rifuti secchi, dopo averli separati dall'umido. Non servirà a produrre rifiuti, ma materiali che a loro volta possono essere venduti e riciclati”. La piccola parte residua verrà convogliata verso Scarpino. “Sarà una delle prime in Italia, sicuramente la più grande”, osserva il presidente di Amiu.

IL FUTURO DI  SCARPINO - Intanto si continua a lavorare per il terzo lotto di Scarpino, dove sorgerà anche l'impianto di separazione secco/umido. “La conferenza dei servizi ci ha dato l'ok una quindicina di giorni fa – continua Castagna – Mi auguro che in tempi brevi la partita si concluda. Lo abbiamo detto tante volte, non vorrei essere di nuovo smentito”.

E IL BIODIGESTORE? - Per quanto riguarda l'organico, che in alcune zone della città viene già raccolto in appositi bidoni marroni, Amiu smaltisce i rifiuti grazie ad accordi commerciali con società private che garantiscono copertura per due anni. “Stiamo valutando se costruire un biodigestore – spiega ancora Castagna – una volta individuata dovremmo essere operativi in 18-24 mesi, ma bisogna vedere se non convenga piuttosto proseguire con appalti esterni. Un impianto piccolo non sarebbe risolutivo, e d'altra parte è necessario contenere i costi”.

LA RIVOLUZIONE QUINQUENNALE - In ogni caso, la gestione dei rifiuti a Genova è destinata a cambiare radicalmente nei prossimi cinque anni. Se non altro, perché di mezzo c'è molto denaro. Fare presto è nell'interesse di Amiu perché, come ricorda Castagna, “nel 2020 ci sarà la gara unica per la Città Metropolitana, e noi vogliamo arrivarci con tutti gli impianti già realizzati. Dobbiamo abituarci, d'ora in poi, a ragionare in modo differente. Non parliamo più di rifiuti, ma di materiali che hanno un mercato interessante”.