cronaca

Dopo che sono saltate le assunzioni nella Legge di Stabilità
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''Renzi, dove sei?''. Si rivolgono direttamente al premier i medici italiani che oggi scendono per una giornata di sciopero generale in difesa del Servizio sanitario nazionale e contro i tagli delle prestazioni erogate ai cittadini. A rischio, per la protesta che interessa oltre 200mila camici bianchi, sono 2 milioni di prestazioni tra visite ed esami e fino a 40mila interventi chirurgici, mentre saranno garantite le urgenze.

Una giornata in cui medici ospedalieri, di famiglia, pediatri, dirigenti sanitari e veterinari pubblici ricendicano''la dignità della professione'', dicendo 'no' alla ''indifferenza del governo" ai problemi della sanità. ''Indifferenza confermata'', denunciano i medici, dalla notizia data dagli stessi sindacati nel corso della conferenza stampa convocata per ribadire i motivi dello sciopero: saltano dalla Legge di Stabilità l'emendamento per le assunzioni del personale sanitario e le norme per la responsabilità medica, tanto attese dalla categoria. Un 'dietro front' che le associazioni dei camici bianchi considerano grave, annunciando centinaia di ricorsi per l'inevitabile mancato rispetto dell'orario di lavoro stabilito dalle norme Ue, che le nuove assunzioni avrebbero dovuto scongiurare.

Quanto alle ragioni dello sciopero, ''stiamo lanciando un grido d'allarme ai cittadini - ha affermato il segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo - perchè, in mancanza di un progetto nazionale di sostenibilità dell'Ssn, si avrà una drastica diminuzione delle prestazioni per i cittadini stessi, che presto potrebbero doversi trovare a constatare che il Servizio sanitario pubblico non c'è più, ed è stato pienamente sostituito dai privati''.

Ma la lotta andrà oltre lo sciopero: ''A gennaio ripartiremo - annuncia Milillo - con altri due giorni di sciopero''. Chiaro il messaggio all'esecutivo: ''Non molleremo - avvertono i sindacati - finchè il governo non accetterà di incontrarci per lavorare ad un piano che sia condiviso''. E sempre i medici di famiglia annunciano che metteranno in atto anche altre forme di protesta, a partire dal mancato invio dei certificati di malattia all'Inps e delle dichiarazioni delle prestazioni al Ministero dell'Economia.

Anche la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) si dice ''vicina'' ai professionisti che aderiscono allo sciopero. Il punto, conclude il segretario del maggiore dei sindacati dei medici dirigenti, l'Anaao-Assomed, Costantino Troise, è che ''si mira a smantellare la Sanità pubblica con i suoi professionisti''.