salute e medicina

I sindacati: "Il governo è indifferente ai problemi della sanità"
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''Renzi, dove sei?''. Si rivolgono direttamente al premier i medici italiani che oggi hanno scioperato "in difesa del Servizio sanitario nazionale" e "contro i tagli delle prestazioni erogate ai cittadini".

Secondo i dati forniti dai sindacati, l'adesione sarebbe al 75%. Saltati 1,3 milioni di visite dei medici di famiglia (ma secondo altre stime sono 2 milioni), 350 mila visite e 150 mila contatti telefonici per i pediatri. Come diretta conseguenza, sarebbero poi stati sospesi 40mila interventi in sala operatoria, tranne quelli urgenti. È la prima mobilitazione della categoria dal 2004, quando al governo c'era Berlusconi.

I vertici delle diverse associazioni si sono riuniti in un sit-in davanti all’ospedale San Camillo di Roma. Una giornata in cui medici ospedalieri, di famiglia, pediatri, dirigenti sanitari e veterinari pubblici ricendicano''la dignità della professione'', dicendo 'no' alla ''indifferenza del governo" ai problemi della sanità.

Il piano assunzioni riconsiderato dal Governo viene considerato "troppo fumoso". E, soprattutto, molto lontano nel tempo: per il concorso bisognerà aspettare il 2017. Nel frattempo si andrà avanti con contratti precari. Le Regioni intanto, dovranno ridurre i posti letto ed elaborare un piano sul fabbiogno di personale.

Un 'dietro front' che le associazioni dei camici bianchi considerano grave, annunciando centinaia di ricorsi per l'inevitabile mancato rispetto dell'orario di lavoro stabilito dalle norme Ue, che le nuove assunzioni avrebbero dovuto scongiurare. 

Quanto alle ragioni dello sciopero, ''stiamo lanciando un grido d'allarme ai cittadini - ha affermato il segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo - perchè, in mancanza di un progetto nazionale di sostenibilità dell'Ssn, si avrà una drastica diminuzione delle prestazioni per i cittadini stessi, che presto potrebbero doversi trovare a constatare che il Servizio sanitario pubblico non c'è più, ed è stato pienamente sostituito dai privati''.

Ma la lotta andrà oltre lo sciopero: ''A gennaio ripartiremo - annuncia Milillo - con altri due giorni di sciopero''. Chiaro il messaggio all'esecutivo: ''Non molleremo - avvertono i sindacati - finchè il governo non accetterà di incontrarci per lavorare ad un piano che sia condiviso''. E sempre i medici di famiglia annunciano che metteranno in atto anche altre forme di protesta, a partire dal mancato invio dei certificati di malattia all'Inps e delle dichiarazioni delle prestazioni al Ministero dell'Economia.

Anche la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) si dice ''vicina'' ai professionisti che aderiscono allo sciopero. Il punto, conclude il segretario del maggiore dei sindacati dei medici dirigenti, l'Anaao-Assomed, Costantino Troise, è che ''si mira a smantellare la Sanità pubblica con i suoi professionisti''.