cronaca

Giulia Stella: "Della questione si deve occupare il Governo"
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Non c'è ancora chiarezza sul futuro della centrale di Vado Ligure dopo l'assemblea straordinaria di Tirreno Power ieri a Roma. I soci, dopo il via libera del Tribunale di Roma alla ristrutturazione del debito, hanno fissato un rifinanziamento dell'azienda da circa 30 milioni di euro e un piano di rilancio che passa dalla produzione di energia con centrali a ciclo combinato metano-impianti idroelettrici.

I due gruppi a carbone della centrale, attualmente sotto sequestro per l'inchiesta della procura di Savona, non verrebbero più utilizzati. L'esclusione del carbone potrebbe portare a un forte ridimensionamento dell'impianto savonese e arriva la preoccupazione della Cgil. "Bene per la ricapitalizzazione - ha commentato Giulia Stella segretario generale Cgil Savona - ma sul tema del piano industriale abbiamo bisogno di chiarezza. Da subito abbiamo chiesto un tavolo con Regione e azienda. E invece per ora c'è stato il dialogo solo tra la stessa Regione e l'azienda.Un tema come questo va affrontato alla presenza dei sindacati".

Giulia Stella torna sui numeri occupazionali della centrale di Vado. "Su questa azienda grava la perdita di lavoro di 600 posti di lavoro dell'indotto - ha raccontato - All'interno dell'azienda ci sono 170 in contratto di solidarietà e il destino non è chiaro. Abbiamo bisogno di un confronto vero e non virtuale. 

Poi la denuncia. "Dopo la chiusura dei gruppi a carbone da parte della magistratura ci sentiamo un po' abbandonati. Non siamo lavoratori da evitare. Il tema dell'energia è strategico per questo paese. Quindi tenendo fede a quanto discusso in passato a Palazzo Chigi noi là dobbiamo tornare".

Nello stabilimento di Vado c'è chi è convinto che la sorte della centrale sarà simile a quelle di Genova e La Spezia, ma la Cgil lo esclude. "Questa non è una dismissione decisa come invece lo è per la centrale Enel di Genova e quella della Spezia - ha concluso Giulia Stella - Qui c'è un procedimento interrotto che deve avere una ripresa. Non può essere solo una questione di ricollocamento dei lavoratori, ma anche, ribadisco di un piano energico. Queste responsabilità se le devono prendere tutti".