cronaca

Tutto partito da un'inchiesta sulla ricettazione dei reperti archeologici
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Detenzione illegale di un'anfora romana: con questa accusa l'ex ministro Scajola era finito sotto processo nell'ambito di un'inchiesta sulla ricettazione di reperti archeologici nel sito della Gallinara. Il Tribunale di Imperia ha ora archiviato la sua posizione. Accolta la richiesta del pm Alessandro Bogliolo.

L'anfora era regolarmente detenuta dalla moglie di Scajola, Maria Teresa Verda, che era stata autorizzata dalla Sovrintendenza. Archiviata anche la posizione del dirigente del Comune di Imperia, Giuseppe Enrico.

L'indagine nei loro confronti aveva preso le mosse da una più vasta inchiesta della Procura di Savona, battezzata 'Nemo 2', che riguardava il furto o la ricettazione di reperti archeologici, soprattutto anfore, che si pensava fossero stati sottratti dal sito archeologico della Gallinara.

A Scajola gli inquirenti giunsero attraverso una segnalazione durante l'inchiesta principale. La casa e l'ufficio di Scajola furono perquisiti, ma senza esito.