
Peccato che si trattasse di una mezza bufala, forse nemmeno volontaria. Il verbale elevato all'arrabbiato bottegaio – ben 39 anni di attività alle spalle – è di 154,67 euro, e non di 1.200 euro come sosteneva lui. La prova è nelle mani di Amiu, che ha mostrato il documento alle telecamere di Primocanale.
Spiega Alba Ruocco di Amiu: “Gli agenti di polizia amministrativa lo hanno sorpreso mentre spezzava alcuni tubi e li gettava nella campana del vetro. Lui, allora, ha preso gli altri per riportarli in negozio. Lo hanno seguito e gli hanno spiegato che non si poteva fare, quindi gli hanno ricordato che in questi casi la multa può arrivare fino a 1.200 euro. A quel punto lui non ha voluto più sentire ragioni, ha mandato via gli agenti e si è rifiutato di prendere una copia del verbale. Così non ha potuto leggere il reale importo a suo carico, che è il minimo previsto dalla legge”.
Tutto nero su bianco: i tubi al neon sono considerati rifiuti pericolosi, perciò è scattata la sanzione amministrativa. Ben inferiore ai 1.200 euro. “L'utente deve pagare la multa più l'importo della bonifica dei contenitori inquinati dal neon”, ricordano i funzionari Amiu.
Insomma, c'è il rischio di aver sollevato tanto rumore per nulla. Il titolare della storica bottega potrebbe decidere di ritrattare sulla decisione di chiudere. Ma la polemica che ha sollevato resta aperta: è giusto colpire i negozianti e chiudere un occhio sulle tante situazioni di illegalità nell'area di Centro Storico e Porto Antico?
IL COMMENTO
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