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L'intervento dell'amministratore delegato di Latte Alberti spa
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A 'Punto Giorno Direttore' è intervenuto Alberto Alberti, amministratore delegato di Latte Alberti Spa e presidente in pectore di Confindustria Imperia. Nell'intervista al Direttore Giuseppe Sciortino ha parlato del settore caseario in Liguria, settore in equilibrio tra crisi e opportunità.

Il settore caseario è in crisi? - "Si tratta di una questione nazionale: dal punto di vista dei consumi stiamo assistendo ad una contrazione dei volumi, in particolar modo per quel che riguarda il latte fresco. Negli ultimi due anni, inoltre, anche il latte a lunga conservazione ha subito una frenata. È un fenomeno principalmente italiano e per quel che riguarda la Liguria la situazione si aggrava ancora di più: la nostra Regione fa, infatti, più fatica rispetto alle altre regioni poiché non è adatta alla produzione casearia a causa della conformità del territorio." 

Esiste già un'ipotesi di macroregione? - "Per le caratteristiche della nostra economia, prevalentemente basata sull'agroalimentare e non sui porti e il grande commercio, uno sguardo al Piemonte è molto più facile piuttosto che a Genova. Per noi Cuneo è molto più vicina di Genova: burocraticamente siamo legati al capoluogo ligure, così come Cuneo è legato a Torino, ma razionalmente il Piemonte è più vicino. Siamo un'azienda sostanzialmente piemontese perchè il 100% del latte che raccogliamo è della provincia cuneese, dove vengono prodotti ogni giorno 22mila quintali di latte di ottima qualità. Recentemente abbiamo portato a termine una collaborazione con una cooperativa piemontese grazie alla quale ci stiamo rafforzando sull'area del Nord-Ovest italiano."

Quanto subite la concorrenza sleale di aziende italiane ed europee? - "Oggi si deve considerare la realtà del mercato guardando più la similitudine tra un'azienda e l'altra per gli interessi che le possono coinvolgere piuttosto che l'appartenenza ad una certa categoria. Noi siamo molto più vicini ad una piccola-media cooperativa perché condividiamo le stesse problematiche, mentre la multinazionale è molto distante. In questo momento il prezzo alla stalla del latte in Europa sta crollando e questo crea delle difficoltà per i produttori italiani. Da noi il latte è più caro in quanto non abbiamo le estensioni di pascolo degli olandesi e anche il tipo di alimentazione è diverso e i nostri produttori ne escono svantaggiati.”

Qual è lo stato di salute dell'economia della provincia? - "Per quel che riguarda l'agroalimentare, fatta eccezione per la pasta Agnesi, abbiamo avuto una buona annata olearia e le piccole-medie aziende hanno avuto un buon export. Per il turismo, relativo allo scorso anno, posso affermare che abbiamo lavorato 'meno peggio' di quel che si poteva aspettare: probabilmente questo lieve aumento è anche dato dai fatti che si sono verificati nell'ultimo periodo per cui le persone hanno ancora il timore di viaggiare. L'immobiliare non è ancora ripartito: così come la crisi è arrivata dopo, anche la ripresa si fa aspettare, mentre il settore dei fiori è già morto da tempo a causa di scelte politiche sbagliate attuate anni fa."

Latte di soia, riso e affini come li interpreta? - "Si tratta di bevande e rappresentano una nicchia molto particolare. Spero che non diventino dei volumi tali da impensierire i consumi tradizionali che interessano le nostre abitudini alimentari. Le bevande al gusto di soia, senza screditare nessuno, rimangono solo bevande e non hanno nulla a che vedere con il latte."