sport

E aggiunge: "Ero nella parte sinistra della classifica, Eder e Soriano con me erano rimasti"
1 minuto e 19 secondi di lettura
Walter Zenga, appena esonerato dal club dell'Al Ashaad, in un'intervista radiofonica ha raccontato ancora una volta la sua verità sui mesi alla Sampdoria e sul suo esonero: "Non è detto che con me in panchina saremmo andato in Europa-dice l'allenatore milanese- ma mi era stato chiesto di valorizzare i giovani e di stare nella parte sinistra della classifica, e finché sono stato a Genova ero in piena linea con gli obiettivi".

"L'errore mio è stato - aggiunge Zenga - quello di non far presente alla società il fatto che nonostante avessimo iniziato il ritiro il 1 luglio la rosa non era al completo". E poi l'affondo su Ferrero: "Il presidente mi ha sempre fatto vedere sul suo telefonino come il pubblico non mi volesse sulla panchina della Sampdoria. L'esonero per giusta causa non è assolutamente vero, il mio viaggio a Dubai era stato stabilito insieme al presidente".

Zenga aggiunge che non farà mai il gufo: "Non mi auguro assolutamente che la Sampdoria vada in Serie B, non sputo nel piatto dove ho mangiato. I blucerchiati hanno il coltello dalla parte del manico perché dovranno giocare le gare fondamentali per la salvezza in casa.".

E poi ancora due stoccate alla società: "Non avevo avvallato l'acquisto di Cassano ma poi è arrivato lo stesso. Il problema è che è entrato in forma a novembre, non ho potuto contare su di lui. Il mercato estivo? Ho cercato di convincere sia Soriano che Eder a restare e ci sono riuscito".