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Guerra "social", mentre la vita (grama) delle persone non cambia
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Il premier Matteo Renzi esulta per i dati economici diffusi dall'Istat, secondo i quali l'Italia è ripartita. Miglioramenti dello "zero virgola", roba che nessuna statistica tiene davvero in conto. A parte quella della politica. Per questa semplice ragione, il governatore ligure Giovanni Toti posta sui social il suo giudizio sferzante: secondo lui, in realtà, "l'Italia affonda".

Che cosa Renzi pensi della Liguria a trazione totiana non è dato conoscere. Ma in parte ce lo fanno intuire i renziani liguri, non più teneri del consigliere di Berlusconi nei confronti del loro capo. Ciò che balza agli occhi, allora, non sono tanto i risultati dell'una o dell'altra leadership, quanto l'ansia di enfatizzarli da parte delle rispettive corti. A partire dagli stessi diretti interessati.

Se proprio si dovesse esprimere una valutazione spassionata, bisognerebbe cominciare a dire che l'economia reale, e quindi la vita quotidiana delle persone, non si accorge affatto delle politiche di Renzi in Italia e di Toti in Liguria.

Fra i due la differenza è la durata del potere: il primo è in carica da due anni, il secondo da otto mesi. La cosa, ovviamente, non è irrilevante. Il titolare di Palazzo Chigi ha avuto più tempo per fare e disfare ciò che sarebbe stato necessario, ma i frutti sono avvizziti già sull'albero e francamente c'è poco da festeggiare per qualche indicatore che mostra il segno più solo perché nel resto del mondo la congiuntura (leggasi cambio euro-dollaro piuttosto che prezzo del petrolio) è tutta quanta favorevole.

Basta gettare un occhio nel giardino dei vicini, Francia e Germania tanto per dire, e ci si accorge che quelle economie viaggiano ben più speditamente della nostra. Qualcosa vorrà pur significare sull'efficacia delle azioni di governo.

In otto mesi non si poteva pretendere che Toti cambiasse radicalmente il passo della Liguria, ma una qualche delusione serpeggia non solo nel parterre politico. Una circostanza la dice lunga e cioè che il governatore stia assegnando molti incarichi (ultimo il turismo Fidanza) a non liguri. Possibile che per Filse e dintorni non ci fossero fra Ventimiglia e Sarzana persone capaci e competenti alle quali affidarsi?

Non lo credo, per la semplice ragione che non è così. Eppure avviene, esattamente nello stesso momento in cui Toti si lamenta con il governo di Renzi perché non argina la fuga dei "cervelli" dall'Italia. Lui, però, fa lo stesso, non cercando e non valorizzando le migliori professionalità che si trovano nella sua regione.

In realtà la cosa che più sembra preoccupare entrambi non è risolvere i problemi, ma comunicare bene ciò che (non) fanno, giocando sul meccanismo psicologico della "ammuina". Chi sta su scende giù e chi sta giù sale su: si dà una grande impressione di movimento, mentre la situazione rimane ingessata.

Renzi lo fa perché vuole rimanere Presidente del Consiglio, finalmente passando attraverso la vittoria alle urne, Toti perché il suo fine ultimo è arrivare a sfidarlo. La Liguria gli serve da trampolino di lancio ed è un utile contenitore di relazioni che può allacciare e consolidare fuori dai confini regionali per accrescere il suo status di politico nazionale, come dicono alcuni ultimi sondaggi che tanto lo hanno galvanizzato. Scusate, qualcuno può occuparsi di noi?