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Dopo la presentazione del 'progetto di bilancio d'esercizio' blucerchiato
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 Presentati come “progetto di bilancio di esercizio” con singolare tempismo, a poche ore dalla notizia della richiesta Figc di decadenza per Massimo Ferrero, i conti 2015 della UC Sampdoria si chiudono con un passivo di 1,3 milioni. Rispetto al precedente esercizio, chiuso in negativo per quasi 25 milioni, il “rosso” è quasi azzerato, grazie però a una serie di poste difficili da qualificare come ordinarie: plusvalenze di mercato per 24,4 milioni; 8 milioni di versamenti da parte dei Garrone-Mondini "nel rispetto degli accordi assunti", accordi non meglio specificati; circa 8 milioni di introiti relativi alle al contratto collettivo tv in base al piazzamento.

In attesa della presentazione formale del bilancio vero e proprio, stando alla nota diffusa dalla società il risultato si deve anche all'aumento degli introiti da diritti tv, nonché da marketing e commerciale, voci qualificate come stabili anche in prospettiva. Non altrettanto, a lume di logica, può dirsi dei circa 40 milioni difficilmente ripetibili: ci vorrà infatti abilità e fortuna per chiudere il prossimo mercato in attivo di 25 milioni, mentre i precedenti proprietari potrebbero aver esaurito con il “provento straordinario” già citato la vena di liberalità manifestata a favore del successore. Infine, sembra ormai impossibile che la squadra riesca a confermare il piazzamento dello scorso torneo, con 30 punti a disposizione ma ben 13 di distacco dal Sassuolo.

Già, perché ha un costo preciso il pareggio di bilancio, se non addirittura l'utile conseguito in quasi settant'anni soltanto nel 2006 (più 2,6 milioni), in una realtà come la Sampdoria, limitata quanto a seguito popolare e quindi a reperimento di risorse diverse da quelle fornite dagli azionisti.

Tale costo si può sintetizzare in un dato drastico. All'inizio del 2015, ovvero dell'esercizio in esame, la Sampdoria era in zona Champions, con 27 punti al pari di Napoli e Lazio, dietro solo alla Juventus (39) e alla Roma (36). Poco più di un anno dopo, coinvolti nella lotta per la salvezza, i blucerchiati devono sperare che il Frosinone non vinca in casa del Carpi. Eppure si era auspicato che con il cambio di proprietà, tra una controindicazione e l'altra di ordine folkloristico, il tifo per i risultati sul campo avrebbe soppiantato quello per i bilanci.