
È o non è il porto, il nostro porto, la più grande industria della città, la nostra storia e il nostro futuro, brutalmente l'unico asset (oggi si dice così) che è rimasto, e allora perchè non decidiamo mai nulla del suo futuro, noi genovesi? Arrivano navi sempre più grandi e noi non sappiamo più dove mettere i container, che li depositiamo fino a Arquata Scrivia. La ferrovia Oltremuro è ancora nel libro dei sogni, i collegamenti del nodo di san Benigno vanno avanti come una lumaca, il Piano Regolatore Portuale sta diventando come la fabbrica di san Pietro, non finisce mai e ogni tanto qualche sindaco salta su: siamo una città porto o un porto-città?
Dilemma chiave, mentre la guerra delle concessioni va avanti ininterrottamente da dieci anni, tra scontri, inchieste giudiziarie, scandali, processi, sentenze che cancellano scandali e processi, mediazioni infinite con i liners più importanti del mondo, come Aponte, posteggiati fuori dai terminal in attesa....In attesa di che? Che le lobby locali si mettano d'accordo, che la spartizione non scontenti nessuno. Ma, sopratutto che i traffici aumentino e che il lavoro cresca.
Aspettiamo le riforme del governo, la nuova legge fondamentale che è come aspettare Godot. Aspettiamo il presidente, che il commissario-ammiraglio non ce la fa più. Abbiamo sempre aspettato il presidente: qualche volta è arrivato e ha cambiato tutto come Roberto D'Alessandro nel 1984, qualche volta è arrivato e ha privatizzato le banchine come Magnani nel 1993. Oggi non arriva mai è c'è la battaglia tra chi vorrebbe “uno di noi” e chi preferirebbe un esterno, un tecnico. Fioriscono le “rose” di nomi candidati e le decisioni marciscono.
Il grande console dei camalli Paride Batini raccontava che da giovane, quando il porto era un grande emporio, lui si accorgeva che i traffici filavano dal profumo di frutta e caffè che sentiva nei caruggi genovesi. Se c'era quel profumo voleva dire che “i barchi” erano arrivati e avevano sbarcato la merce. Oggi che ci sono i container, ammonticchiati ovunque, non sentiamo nessun profumo. Se non li hanno portati all'outlet di Serravalle scopriamo torme di crocieristi nei caruggi. Almeno vuol dire che le grandi navi da crociera sono arrivate. Ma non ci basta.
IL COMMENTO
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