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La débacle apre soprattutto un’enorme voragine politica
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L’affondo di Pippo Rossetti, nei confronti del sindaco Marco Doria e della sua giunta, raccolto davanti alle telecamere di Primocanale, è un importante passo politico. Forse è il primo vero atto di sfiducia di un alto esponente del Pd nei confronti del primo cittadino, sballottato come un cestino vuoto in un mare tempestoso. “Non si può galleggiare”.

Ha detto queste parole l’ex assessore al Bilancio della giunta regionale guidata da Burlando, lo ha spiegato con pacatezza ma in modo estremamente fermo. La delibera che riduce l’Imu sulle case di categoria lusso (a Genova tantissime rispetto alla media italiana, ingiustizia palese quasi impossibile da correggere checché ne dica Rossetti) passata con un enorme sgambetto al sindaco, apre un buco da otto milioni senza alcuna copertura. Dice Rossetti: “Come sarà coperto? Con tagli agli asili-nido? Aumenti del biglietto del bus? Abbandono della manutenzione minima del verde pubblico?”

Ma la débacle apre soprattutto un’enorme voragine politica davanti al Marchese: che fare? Se va avanti a sbalzi e sgambetti, a mezze decisioni e scivolate, Doria rischia di portare la giunta comunale allo sfascio totale e anche la città a un ulteriore frana a pochi mesi dalle elezioni. Questo vuol dire la sconfitta praticamente sicura del Pd alle prossime elezioni e una incredibile autostrada verso Tursi per i Cinquestelle.

Pippo Rossetti ha detto quello che avrebbe dovuto dire la dirigenza locale del Pd alcuni mesi fa e che non ha fatto. Ha detto che così Doria, senza maggioranza cioè consensi, non può andare avanti. Dunque o pigia l’acceleratore su due o tre punti strategici, avendo prima un accordo di ferro con la antica maggioranza che avrebbe dovuto sorreggerlo (di sinistra) o è meglio che faccia le valigie, lasciando il posto a un neutrale commissario che avrebbe il compito di risolvere “tecnicamente” alcuni problemi (Amt, Iren, Amiu…) infischiandosene delle maggioranze, portando la città al voto.

Ma Rossetti ha chiaramente fatto capire un’altra questione ben più sottile. Il Pd se non mette Doria di fronte a un ultimatum si deve preparare al secondo clamoroso tracollo a un anno e mezzo dalla Waterloo delle regionali.

Toccherà al saggio Ermini (ora alle prese con la “sua” riforma della giustizia) ascoltare le parole di Rossetti a trarne le conseguenze. Senza indugio. Un altro sgambetto nell’aula rossa e la giunta dovrà uscire dal Palazzo di via Garibaldi nottetempo, dalla porta di servizio.