sport

L'ex difensore e ds della Samp ribatte al presidente
1 minuto e 11 secondi di lettura
“Credo che l'organizzazione vada un po' ritoccata, l'anno scorso l'ho trovata un po' meglio”. Una frase, quella di Massimo Ferrero sul Torneo Ravano, che ha fatto storcere il naso a molti. Anche a un sampdoriano illustre come Domenico Arnuzzo, ex difensore ed ex direttore sportivo dei blucerchiati e ospite fisso di Primocanale: “Dichiarazioni pesanti e inopportune. Poi dette dal presidente della Sampdoria hanno una valenza ancora maggiore”.

“La trovo una frase scandalosa, non sa di cosa parla. Forse non conosce il Ravano, ne parla ma non lo conosce”, dice Arnuzzo. Proprio lui che lo ha visto nascere, il Torneo Ravano, perché nel 1984 fu tra gli organizzatori della prima edizione. Trentadue anni dopo i numeri parlano di un crescendo in termini di presenze, prestigio e visibilità. Quest'ultima edizione ha visto partecipare più di 5 mila bambini nello scenario della Fiera del Mare. “Sull'organizzazione posso dire che è andata sempre meglio”.

“Il torneo Ravano è il simbolo dello sport a Genova, è la gioia dei bambini. Non so come sia riuscito a dire una frase del genere”. Il presidente blucerchiato ha abituato il pubblico a uscite non proprio ortodosse. Ma la sparata a zero sul Ravano, peraltro simbolo della compianta gestione Mantovani, rischia di essere un altro autogol in termini di immagine. “Mi ha fatto rimanere proprio male”, chiosa Arnuzzo. E, probabilmente, non solo lui.