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Esposto al Tribunale delle Acque, in gioco anche le opere a monte
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Fa ancora discutere il progetto della Diga Perfigli sulla piana dell'Entella. Il Movimento Cinque Stelle ribadisce il suo 'no' e accusa le amministrazioni locali di imporre "un diktat" per "scaricare sui tecnici scelte strategiche per il territorio che dovrebbero spettare alla politica". Dall'opera di sbarramento, infatti, potrebbero dipendere anche le altre opere a monte.

Ambientalisti e pentastellati hanno presentato esposti al Tribunale delle Acque. A breve si attendono gli esiti. La Regione si dice disponibile a rivalutare il progetto, ma intanto si costituisce contro i tentativi di bloccarlo e fa così infuriare il M5s: "Predica bene e razzola malissimo. La vecchia politica si è schierata compatta a favore di un'opera sciagurata che nessuno vuole". 

Sul tavolo non c'è solo il mega argine, ma anche il prolungamento di viale Kasman discusso da anni. "Con l’unica eccezione di Lavagna, direttamente interessata dall’opera, i sindaci coinvolti dal progetto, compatti, vedono la Diga Perfigli come propedeutica alla realizzazione delle altre opere a monte del ponte della Maddalena: un progetto ancora più devastante per il nostro territorio, così come è pensato", attaccano i pentastellati.

Prosegue la nota: "Il timore è che la Diga Perfigli altro non sarà se non l’ennesimo spreco di soldi pubblici. Aumentano anche le perplessità sulle scelte dei tecnici. Oggi in Commissione gli stessi sindaci hanno dichiarato di non aver tutta questa fiducia sull'utilità dell'opera, che prevede unicamente l’innalzamento degli argini e il contenimento del fiume in un letto artificiale. Nel 2016, una visione alquanto obsoleta e limitante".