cronaca

La nuora di Giuseppe ferita in un frontale causato da uno scooterista ubriaco
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L’ironia della sorte, si dice. Anche se da ridere c’è ben poco, e a volte sembra più cattiveria. Sembra proprio il caso della famiglia Buttaro, che dall’inizio del 2016 non ha pace: lo scorso 24 gennaio moriva Giuseppe, l’ex finanziere travolto sul marciapiede dall’auto di un ecuadoriano ubriaco a Certosa. Ora è la nuora, Micaela Pompei, madre di un bimbo di nove mesi, a pagare le conseguenze di un incidente causato da un altro pirata della strada.

Lo scorso 8 aprile Micaela, compagna di Matteo Buttaro (nella foto è quello a destra) sta tornando a casa in macchina. Sono all’incirca le nove di sera. Giunta in via Paggi, nel quartiere genovese di San Fruttuoso, vede sbucare all’improvviso uno scooter. È contromano, non c’è modo di scansarlo. Il frontale è violento, e sul sedile accanto c’è un piccolo di otto mesi, collocato nel seggiolino a norma di sicurezza. Il bimbo si salva con qualche graffio, ma la madre finisce in ospedale.

Le danno una prognosi di 38 giorni, le lesioni sembrano serie, il trauma alla colonna vertebrale potrebbe avere conseguenze gravi e permanenti. Altro scherzo del destino, lei e il conducente della moto finiscono nella stessa stanza di Pronto soccorso. Lui si rifiuta di fare il test delle urine. E appare chiaramente ubriaco.

A raccontare tutto è l’avvocato Giuseppe Maria Gallo, che assiste la famiglia Buttaro dal giorno della tragedia di Certosa. “Si sentono veramente scalognati, è incredibile. Tra l’altro lei sta allattando, non può neanche prendere antidolorifici”. La scalogna, però, si chiamerebbe guida in stato di ebbrezza e, anche se stavolta non ci sarà un funerale, non c’è alcuna intenzione di lasciare spazio all’impunità. Matteo e Micaela stanno preparando un’azione penale contro il motociclista. “È un italiano, abita anche lui nella zona di San Fruttuoso. Stavolta non c’entrano le abitudini degli stranieri”, dice il legale.

Intanto va per le lunghe il procedimento nei confronti di Jorge Wilson Cevallos Valverde, l’operaio di 35 anni che ha ucciso Giorgio Buttaro mentre guidava ubriaco di ritorno da una festa a base di alcol e droga. Al momento si trova in carcere a Marassi in attesa del processo. La famiglia vuole giustizia, ma della giustizia sono i tempi a preoccupare. “Il termine della custodia cautelare scade dopo sei mesi. Il Tribunale non ha ancora fissato la prima udienza, si spera che arrivi in tempi brevi”.