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Al lavoro per evitare un percorso giudiziario e disciplinare
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La Sampdoria ha altre urgenze, dalla salvezza da conquistare attraverso il derby alla programmazione – con o senza Montella? - della prossima stagione, ma prima o poi occorrerà pure affrontare la questione delle rivendicazioni di Samuel Eto'o, in merito alla controversia che porta il nome di Fabrice Olinga. Intervenuti in esclusiva a “Controcalcio”, l'agente George Gardi e l'avvocato Luca Tolentino - rappresentanti degli interessi dei due calciatori camerunensi – hanno annunciato l'avvio dell'iter giudiziario, federale e ordinario, per il riconoscimento delle loro buone ragioni.

I margini per una soluzione negoziale e stragiudiziale diventano più angusti, ma non si cancellano del tutto: pur nel rigore formale dell'esposizione, Gardi e Tolentino non nascondono di auspicare un ripensamento della Sampdoria, incarnata nella fattispecie dal presidente Massimo Ferrero e dal suo alter-ego Antonio Romei, rispetto a quanto preteso da Eto'o sul contratto di Olinga.

Sul merito della questione, le posizioni non potrebbero essere più lontane. La società blucerchiata sostiene che ogni pendenza o pretesa di Eto'o si sia estinta con la stessa risoluzione anticipata del contratto triennale, convenuta nel giugno dello scorso anno soltanto cinque mesi dopo l'arrivo dell'ex Pallone d'Oro africano a Genova.

Di contro, il fuoriclasse sostiene che la Sampdoria abbia cercato di rinegoziare al ribasso con l'Apollon Limassol, società proprietaria del cartellino di Olinga, i termini economici della transazione, fino a un punto giudicato inaccettabile dal club cipriota. A questo punto, sembra arduo che due visioni così inconciliabili possano ricondursi a un punto di intesa, che pure sarebbe nella reciproca convenienza.

In particolare, alla Sampdoria non giova affrontare un percorso disciplinare e giudiziario che, di là dall'esito finale, proietterebbe comunque sul club di Corte Lambruschini un alone equivoco, non distantissimo da un'immagine di inaffidabilità rispetto a un personaggio come Eto'o, che forse a questo punto Ferrero non si sarà mai pentito abbastanza di aver voluto ingaggiare. Si vedrà. 

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