cronaca

I settori preferiti per mettersi in proprio: turismo, edilizia e commercio
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Sempre meno imprese aperte dai giovani, ma la metà sono al femminile. È la fotografia dinamica delle aziende liguri scattata da Unioncamere Liguria, dalla quale emerge una lenta ripresa che però esclude i junior, sempre più scoraggiati.

Sono 802 le nuove imprese aperte da giovani under 35 nel primo trimestre 2016 in Liguria, 141 in meno rispetto allo stesso periodo del 2015 (-15%). Il saldo tra iscrizioni e cessazioni resta positivo (+311 aziende), ma a livello nazionale la Regione scende dal 4° al 14° posto per il tasso di crescita delle imprese giovanili.

Nonostante il tasso di disoccupazione giovanile in Liguria nel 2015 sia sceso di 10 punti percentuali rispetto al 2014 (34,5%), il primo trimestre 2016 si apre con una 'frenata' del numero di giovani che provano a 'mettersi in proprio'. L'analisi settoriale fa emergere che i giovani liguri scelgono prevalentemente di aprire attività nel campo dell'edilizia (muratori), del commercio (ambulanti in abbigliamento e altri prodotti) e del turismo (bar e ristoranti).

E poi i numeri 'rosa': sono 35.862 le imprese 'femminili' attive nel primo trimestre 2016 in Liguria con un peso sull'intero tessuto imprenditoriale pari al 22,1%, superiore di quasi mezzo punto percentuale al valore medio nazionale. La Liguria è però la 15esima Regione italiana per tasso di femminilizzazione, ovvero l'incidenza delle imprenditrici nel tessuto produttivo.

Lo stock di imprese rosa a fine marzo 2016 rimane sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (-0,3%), in linea con il calo che ha coinvolto tutte le imprese (-0,1%). Nei primi tre mesi del 2016 sono nate 887 imprese (+3,4% rispetto al primo trimestre 2015) e se ne sono cancellate 1.175 (+6,9%) con un saldo che resta ancora in rosso, 288 imprese in meno.

L'incidenza delle imprenditrici nel tessuto produttivo risulta più alto rispetto alla media nazionale in alcuni specifici settori, quali i servizi alla persona (55,7% contro il 50,1%), l'agricoltura (35,4% contro il 28,7%), i servizi di supporto alle imprese (30,3% contro il 26,3%), le attività turistiche (30,6% contro il 29,2%), il commercio (26,0% contro il 23,8%), le attività immobiliari (22,9% contro il 20,3%) e i servizi di informazione e comunicazione (19% contro il 18,3%).

La provincia di Genova registra un tasso di natalità pari al 5,3%, 1,7 decimi di punto in meno rispetto al 1° trimestre 2015, un tasso di mortalità pari al 3,3% e un tasso di sviluppo che da 3,7% scende al 2%, frutto del rapporto tra il saldo e le imprese giovanili registrate nel trimestre precedente, e inferiore al dato regionale (2,2%); anche a La Spezia il tasso di sviluppo risulta più basso della media regionale (1,9%), mentre nel Ponente ligure il tasso di sviluppo si colloca al di sopra (Savona 2,8% e Imperia 2,4%).

RIXI - "Il quadro normativo nazionale e la pesante fiscalità che si registra su chi oggi voglia fare impresa nel nostro Paese non stimola di certo i giovani a scommettere su un'idea e mettersi sul mercato. Come Regione Liguria stiamo mettendo in campo tutti gli strumenti di nostra competenza per fare ripartire l'imprenditoria locale e giovanile in particolare a partire dall'azzeramento dell'Irap per i prossimi quattro anni per le aziende che apriranno in Liguria nel corso del 2016. Allentando la pressione fiscale e dando nuovo accesso al credito alle aziende di piccole dimensioni possiamo far ripartire lo sviluppo del territorio e la voglia di fare impresa, creando anche nuova occupazione, in Liguria", è il commento dell'assessore regionale allo sviluppo economico, Edoardo Rixi, ai dati di Unioncamere.