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C'erano una volta i camion della 'rumenta', ora otto chilometri di solitudine
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C’era una volta la discarica di Scarpino. Oggi lasciate ogni speranza (di buttare la spazzatura) voi che salite. Al massimo sul traguardo finale vi godete un bel panorama.

Resta soltanto questo, una cartolina gradevole finché si vuole ma va a pugni con la triste realtà: “Un tempo qui passavano trecento tir al giorno, arrivavano da tutta Italia in particolare da Campania e Lazio. D’accordo, c’erano disagi ma adesso è un peccato perché dobbiamo andare fuori Liguria a portare la spazzatura con costi altissimi nella bolletta per noi genovesi”, spiega Angelo Parrera, vice presidente del Comitato per Scarpino.

Iniziamo da qui, dai nastri di partenza: sembra il gran premio della Montagna. Un tornante dopo l’altro arrivi alla meta e trovi il gran canyon genovese che sornione osserva la Superba. C’era una volta Scarpino, d’accordo, una fila di camion in marcia verso la discarica mentre oggi ci sono solo otto chilometri che percorri in beata solitudine e soprattutto una bolletta della spazzatura che è aumentata tantissimo. Scarpino, ieri e oggi. Ma domani cosa succederà? Il progetto è questo, spiega Andrea Contini, segretario del Pd di Sestri Ponente.

"Il progetto di cambiare l’anima di Scarpino è importante”. Questo è il lato A della medaglia, intanto aspetta e spera che davvero Scarpino cambi volto in tempi non infiniti ma ora l’altra faccia di tutta questa situazione è la preoccupazione dei genovesi tradotta in numeri: “Il Comune e l’azienda stanno spendendo moltissimo per portare la spazzatura fuori Liguria e bisogna intervenire in fretta”, continua ancora Contini. C’era una volta Scarpino, il gigante che scruta Genova mentre Genova risponde con lo sguardo perplesso, si mette le mani in tasca e si domanda: ma quanto mi costi?