Un nonno di 68 anni si è impiccato dopo essere stato condannato dalla Corte d'Appello di Genova per violenze sessuali sui due nipoti che accudiva mentre i loro genitori erano al lavoro. L'uomo ha lasciato un biglietto sul tavolo del soggiorno in cui ha scritto "Sono innocente", come aveva detto al processo. Il nonno era stato condannato a quattro anni e 4 mesi di reclusione: si è ucciso a poche settimane dalla sentenza. Agli occhi dei giudici le prove, basate sulle dichiarazioni rese dai nipoti, due ragazzini, in più circostanze, sono "inconfutabili". L'uomo è sempre stato difeso dalla moglie, che ora non può più vedere i nipoti perché i genitori dei ragazzini glielo impediscono.
La vicenda comincia alla metà del 2014, quando uno dei ragazzini, 14 anni, si confida con un insegnante e racconta: "Il nonno ci compra le figurine, le mette in tasca e poi ci chiede di prendergliele e cammina nudo davanti a noi" e rivela anche un paio di episodi più spinti. I genitori non riescono a crederci, ma certe situazioni il ragazzo le aveva raccontate ancor prima che all'insegnante anche alla madre. Quei racconti vengono confermati anche dal fratello, 12 anni. E a quel punto scatta la segnalazione ai servizi sociale e alla Procura dei minori: indagano i carabinieri. I ragazzi non vanno più dai nonni e l'uomo, nonno paterno, va a processo. A fine 2015 viene condannato e gli viene imposto di non avvicinarsi all'appartamento dei nipoti. Anche in Appello arriva la condanna: "I ragazzi - scrive il tribunale - sono stati precisi e concordanti". Poi gli notificano il sequestro della casa per risarcire i nipoti. Dopo pochi giorni il nonno si uccide.
La vicenda comincia alla metà del 2014, quando uno dei ragazzini, 14 anni, si confida con un insegnante e racconta: "Il nonno ci compra le figurine, le mette in tasca e poi ci chiede di prendergliele e cammina nudo davanti a noi" e rivela anche un paio di episodi più spinti. I genitori non riescono a crederci, ma certe situazioni il ragazzo le aveva raccontate ancor prima che all'insegnante anche alla madre. Quei racconti vengono confermati anche dal fratello, 12 anni. E a quel punto scatta la segnalazione ai servizi sociale e alla Procura dei minori: indagano i carabinieri. I ragazzi non vanno più dai nonni e l'uomo, nonno paterno, va a processo. A fine 2015 viene condannato e gli viene imposto di non avvicinarsi all'appartamento dei nipoti. Anche in Appello arriva la condanna: "I ragazzi - scrive il tribunale - sono stati precisi e concordanti". Poi gli notificano il sequestro della casa per risarcire i nipoti. Dopo pochi giorni il nonno si uccide.
IL COMMENTO
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