È stato grande protagonista della serata di giovedì di Rock in the Casbah, il festival rock più importante del Ponente Ligure che questa sera chiude la sua 17esima edizione con l'attesissimo concerto dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Christian Gullone, classe 1983, sanremese e cantautore sui generis, racconta a Primocanale le emozioni di salire su un palco così importante come quello di Rock in the Casbah.
In un festival in cui la fanno da padrone le band il 33enne di Sanremo si è esibito da solo. "Ho suonato tutto solo, abbandonato, senza nessuno che mi seguisse. Però è andata bene lo stesso", afferma col sorriso. "Bisogna essere pronti a tutti, pronti a quello che ci si aspetta da me. Faccio il cantautore, dicono. E per cui devo farlo da solo".
Quel "dicono" lascia intendere molto sul fatto che a Gullone non piaccia tanto essere etichettato. E, non a caso, quando gli chiedi quale sia il suo genere, risponde alla maniera del poeta genovese Edoardo Sanguineti. "Questa cosa del genere è un po' particolare. In realtà mi piace citare la frase 'il mio stile è non avere stile'. Non mi interessa capire quale sia il mio stile. Non lo so quale sia".
Esibirsi sul palco di Rock in the Casbah ha per Gullone un significato diverso rispetto a quello che può avere per gli altri artisti. Non c'è soltanto l'emozione di far parte di un evento musicale ormai consolidato e dal fascino unico, ma anche quella di suonare a quattro passi da dove si è nati. "Questo palco è sempre molto emozionante per me. Io qua vicino ho imparato a respirare, a scrivere, a leggere, a parlare. Ho imparato a suonare, perché qua Babbo Natale mi ha portato la mia prima chitarra. Per me è sempre un'emozione grandissima tornare in questi luoghi - conclude Gullone - ed è sempre bello stare qua insieme alla famiglia di Rock in the Casbah".
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Rock in the Casbah, Christian Gullone: "Che emozione suonare vicino a casa"
Stasera gran finale del festival con i Tre Allegri Ragazzi Morti
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